Titolo: Stato di quiete : poesie 2010-2016
Autore: Pierluigi Cappello
Casa Editrice: BUR Rizzoli
Anno pubblicazione: 2016
Pagine: 81
Autore: Pierluigi Cappello
Casa Editrice: BUR Rizzoli
Anno pubblicazione: 2016
Pagine: 81
Non mi verrebbe mai in mente, prima di una raccolta di poesie struggente ed intensa come questa, di anteporre la parola recensione, perché davanti alla poesia che incanta io resto ammirata e silenziosa. Quando un bel romanzo ti ha entusiasmato lo vuoi condividere, ti ci vuoi mettere davanti, parlarne entrando nella storia, ma con la poesia è diverso: la prendi e la anteponi ad ogni considerazione. Parlerà per te, permettendoti di prendere in mano il tuo cuore e di aprirlo per mostrare cosa c'è all'interno. Se volete sapere qualcosa di più di questo poeta dovete semplicemente cercare "Stato di quiete" e leggere la bellissima prefazione di Jovanotti. Quel che so di Pierluigi Cappello è che era della mia terra e che se ne è andato troppo presto. Il resto ce lo dice lui:
OGGI. SCRIVERE IL NOME
Comincia con lo scrivere il tuo nome,
perché ne resti traccia, qualche segno di grafite
risonante nel bianco. Con poche lettere
sigla decenni di storia, il silenzio
della pagina pronta a spalancarsi,
ad accogliere e a disperdere.
Spicca nel bianco e non è più bianco
ma voce la matita che attraversa il foglio,
e goccia a goccia qualcosa cede e ti si allarga dentro:
Pierluigi, e dopo Cappello, in un sussurro un nome;
e dentro un nome, l'uomo che non concede a sé
i suoi stessi lineamenti, protetti da un'ottusità misericordiosa.
Leggero, come la cenere. Fresco, come l'aria tra le dita.
Scomparso, come una nuvola.
Un libro di poesie è uno scrigno dal quale poter attingere, per restituire con precisione assoluta proprio quel tuo stato d'animo, quella situazione e quel sentimento che altre parole, in forma più narrativa, non potrebbero esprimere. Ed oggi con queste parole cristalline, che ti entrano dentro e ti fanno male ed allo stesso tempo ti purificano come l'aria ghiacciata delle mattine invernali, stringo in un abbraccio una persona che mi è cara. Quella nuvola finale mi lascia negli occhi il colore azzurro della speranza.
Pelle d'oca. Bella, e basta (anche se io di poesia poco leggo e meno capisco). Brava tu, al solito, a proporci qualcosa di speciale.
RispondiEliminaGrazie Tessa, per me era importante parlarne. Un bacio da Lea
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