TRAMA
Penelope Poirot è ormai famosa. La sua autobiografia, Una nipote, è in vetta alle classifiche. Le riviste più glamour si contendono i suoi reportage di costume, e Penelope ha deciso di dedicarne uno al male inglese, a quella forma atavica di malinconia che si curava viaggiando, preferibilmente in Italia, e in particolare in Liguria, nei languidi golfi della Riviera di Levante. Accompagnata da Velma Hamilton, paziente segretaria nonché vittima privilegiata dei suoi sfoghi, Penelope si appresta dunque a ripercorrere il Grand Tour. La prima tappa, a Portofino, le riserva una sorpresa: ha riaperto i battenti villa Travers, meta delle più belle estati della sua adolescenza. Da dieci anni la famiglia Travers disertava la villa, dopo la scomparsa del rampollo Samuel, uscito in mare in una notte incresciosa per non fare più ritorno. E adesso invece, tovaglie stese, finestre spalancate sul mare, eccoli di nuovo lì, sulla terrazza dalla vista spettacolare, intorno alla piscina rinnovata, lungo i sentieri del parco inselvatichito: vedova, figli, amici, cognato, patriarca. Penelope e Velma possono sistemarsi nella camera verde, con il suo netto sentore di polvere e di muffa. Ben più mefitici, tuttavia, sono i residui umani, attecchiti ovunque: fumi di vecchi rancori, ceneri di passioni spente, solchi d’invidia tagliente. In un terreno così fertile, il delitto germoglia, e sboccia nell’alba come un fiore splendido e velenoso.
Titolo: Penelope Poirot e il male inglese • Autore: Becky Sharp • Editore: Marcos y Marcos • N.pagine: 300 • Brossura € 18,00 • Anno di pubblicazione: 2017 • ISBN 9788871687872
Buongiorno, amici lettori.
Oggi vi parlo della seconda avventura interpretata dalla ormai famosa nipote del celeberrimo investigatore, il delizioso personaggio scaturito dalla penna di Becky Sharp, pseudonimo di Silvia Arzola.
Nel primo romanzo "Penelope Poirot fa la cosa giusta" (recensione qui ) la nostra protagonista, con l'aiuto della sua assistente personale Velma Hamilton, stava lavorando alla stesura della sua autobiografia "La Nipote".
Nel secondo romanzo apprendiamo che la sua opera ha avuto un gran successo, facendole conquistare la fama e svariati ingaggi in qualità di giornalista tuttologa, tra cui quello di un settimanale glamour italiano che le ha commissionato alcuni pezzi riguardanti il Grand Tour, ossia la consuetudine instauratasi intorno al 1700 tra i giovani aristocratici inglesi che di intraprendere dei viaggi nelle località più famose d'Europa per consolidare il loro sapere.
Prima tappa per le nostre due protagoniste è la costa ligure, dove Penelope ha trascorso alcune estati della sua giovinezza. Qui incontra un giornalista, sua vecchia conoscenza, che apprende essere ospite di Villa Travers, la stessa che un tempo aveva ospitato anche lei. La villa era stata chiusa in seguito alla misteriosa sparizione di uno dei due discendenti, Samuel Travers, vedovo e padre di due figli, risposatosi con un'assistente alla poltrona, la classica "parvenue" oggetto delle ostilità di tutta la famiglia.
Saputo che la villa ha riaperto i battenti, Penelope coglie la palla al balzo e tramite l'espediente di una visita di cortesia, riesce non solo a far sì di rimanere come ospite, ma addirittura a farsi assegnare la "camera verde" la stessa nella quale aveva trascorso le sue estati passate.
L'atmosfera della villa rivela lo stato d'animo piuttosto turbolento dei suoi occupanti, tra frecciatine più o meno velate, scaramucce e veri e propri battibecchi, si celano segreti di famiglia destinati a rimanere tali per poco tempo: il ritrovamento di un cadavere, come nella migliore tradizione gialla, da il via a piccole e grandi rivelazioni. Ogni occupante la casa ha un movente più o meno valido, ha l'opportunità nonchè un alibi che non può essere rivelato.
Il romanzo riprende la struttura del precendente, con una prima parte affidata alla voce ironica di Velma e alle sue deliziose descrizioni, nella quale vengono presentati personaggi e ambientazioni
e una seconda parte, affidata alla più ciarliera di Penelope che snoda i fili del mistero grazie alle sue immancabili intuizioni e alle sue indagini svolte con la massima nonchalance, sfoggiando il suo personalissimo sorriso parigino.
Nel primo romanzo "Penelope Poirot fa la cosa giusta" (recensione qui ) la nostra protagonista, con l'aiuto della sua assistente personale Velma Hamilton, stava lavorando alla stesura della sua autobiografia "La Nipote".
Nel secondo romanzo apprendiamo che la sua opera ha avuto un gran successo, facendole conquistare la fama e svariati ingaggi in qualità di giornalista tuttologa, tra cui quello di un settimanale glamour italiano che le ha commissionato alcuni pezzi riguardanti il Grand Tour, ossia la consuetudine instauratasi intorno al 1700 tra i giovani aristocratici inglesi che di intraprendere dei viaggi nelle località più famose d'Europa per consolidare il loro sapere.
Prima tappa per le nostre due protagoniste è la costa ligure, dove Penelope ha trascorso alcune estati della sua giovinezza. Qui incontra un giornalista, sua vecchia conoscenza, che apprende essere ospite di Villa Travers, la stessa che un tempo aveva ospitato anche lei. La villa era stata chiusa in seguito alla misteriosa sparizione di uno dei due discendenti, Samuel Travers, vedovo e padre di due figli, risposatosi con un'assistente alla poltrona, la classica "parvenue" oggetto delle ostilità di tutta la famiglia.
Saputo che la villa ha riaperto i battenti, Penelope coglie la palla al balzo e tramite l'espediente di una visita di cortesia, riesce non solo a far sì di rimanere come ospite, ma addirittura a farsi assegnare la "camera verde" la stessa nella quale aveva trascorso le sue estati passate.
L'atmosfera della villa rivela lo stato d'animo piuttosto turbolento dei suoi occupanti, tra frecciatine più o meno velate, scaramucce e veri e propri battibecchi, si celano segreti di famiglia destinati a rimanere tali per poco tempo: il ritrovamento di un cadavere, come nella migliore tradizione gialla, da il via a piccole e grandi rivelazioni. Ogni occupante la casa ha un movente più o meno valido, ha l'opportunità nonchè un alibi che non può essere rivelato.
Il romanzo riprende la struttura del precendente, con una prima parte affidata alla voce ironica di Velma e alle sue deliziose descrizioni, nella quale vengono presentati personaggi e ambientazioni
"...Penelope Poirot. La quale, graziosamente acciambellata su una poltrona dallo schienale a volute rococò, insaccata in un abito nero cangiante, ricordava un bombo degli orti sopra una gardenia."
“Non è facile spiegare ai profani l’essenza del mio sorriso parigino.
Basti dire che si regge sul mirabile equilibrio tra cortese freddezza e
sarcasmo condiscendente.”
Ad intervallare la narrazione troviamo parti in corsivo nelle quali si svelano i pensieri e gli stati d'animo dei vari personaggi, compresa la casa che li ospita
"Dicono, ma sono loro a dirlo, che noi case invecchiamo, moriamo se non veniamo abitate. E chi sono loro per credersi più vivi dei rampicanti, degli insetti e della polvere? Come se non producessero polvere, loro: sfogliandosi un giorno via l'altro, molto più di quanto io perda intonaco e stinga. Sono convinti che grida e chiacchiere, respiri e sospiri siano più vivi del canto dei grilli e dello scricchiolio di un pavimento. Ignoranti.
Insensibili!"
Il giallo è quasi un pretesto per raccontare l'atmosfera malinconica, il "male inglese" del titolo, che oggi siamo soliti riconoscere con il nome molto meno poetico di "depressione" che riveste il periodo della decadenza nobiliare, senza però immalinconire il lettore, grazie alla verve delle due protagoniste e ai loro divertenti siparietti.
Una narrazione dal ritmo fluido, briosa e decisamente gradevole, perfetta in questo periodo dell'anno.
Una vera e propria lettura d'evasione, nonché una piacevole conferma.
Ringrazio Marcos y Marcos per avermi reso omaggio della copia cartacea.
Il personaggio di Penelope Poirot mi ispira da un po' (ho fatto anche la rima!)... credo che al ritorno dalle vacanze mi procurerò il primo volume.
RispondiEliminaCiao Nadia, Penelope è un personaggio delizioso, ma l'assistente Velma non lo è da meno.
EliminaAvevo segnato il primo volume ma mi accorgo di non averlo ancora recuperato. Dopo questa bella recensione dovrò rimediare! Poi i gialli mi conquistano sempre :) Bacio!
RispondiEliminaCiao Anna.
EliminaSono letture perfette per il periodo estivo, frizzanti e briose. Poi fammi sapere ;)
Ciao Stefania!
RispondiEliminaLa prima avventura si era rivelata una frizzante e fresca lettura.
Voglio leggere anche la seconda, mi ha troppo incuriosita leggerne qui.
Grazie per la condivisione,
Ciao!, Marina
Ciao Marina!
EliminaQuesta seconda avventura è frizzante e briosa al pari della prima, con il vantaggio che, conoscendo già le due protagoniste, pregusti le loro battute ancor prima che le dicano ;)
Grazie a te per la presenza, un bacio