L'anima della frontiera - Matteo Righetto


TRAMA: Nevada. Sembra il nome di un deserto, e invece è il luogo in cui vive la famiglia De Boer, in alta val Brenta. Una terra circondata da boschi aspri, dove le case si inerpicano su pendii vertiginosi. Sono gli ultimi anni dell’Ottocento e i De Boer, che lavorano nei campi di tabacco, il pregiatissimo Nostrano del Brenta, vivono consapevoli che solo nella muta e rispettosa alleanza tra uomini e natura selvaggia esiste una possibilità di sopravvivenza. Augusto è il capofamiglia, un uomo taciturno, lavoratore instancabile, capace di ascoltare la voce dei boschi e il fischio del vento. Jole, la figlia maggiore, ha la stessa natura selvatica del padre e una sfrenata passione per i cavalli. I proventi del tabacco però non sono sufficienti a far campare la famiglia con dignità. Ecco perché Augusto un giorno decide di tentare il viaggio oltre la frontiera austriaca per contrabbandare l’eccedenza del raccolto. Un cammino impervio attraverso sentieri e passaggi impraticabili, minacciato dalle bestie feroci, dagli agguati dei briganti e dalla sorveglianza dei finanzieri. Jole ha quindici anni quando suo padre stabilisce che è giunto il momento di portarla con sé: qualcun altro deve conoscere la strada. Non passerà molto tempo prima che la ragazza si trovi a dover compiere il viaggio da sola. Inoltrandosi con solenne lentezza in una natura maestosa, rifugio accogliente e poi, d’un tratto, trappola insidiosa, Jole cerca di portare al sicuro il suo prezioso carico e di capire cosa sia successo al padre, che tre anni prima non ha più fatto ritorno proprio da una spedizione in Austria.
Titolo: L'anima della frontiera
Autore: Matteo Righetto
Editore: Mondadori
N.pagine:192
Anno di pubblicazione: 2017
ISBN: 9788804680086
Quando ho letto la sinossi di questo libro ho subito desiderato leggerlo, perché parla in un certo qual modo delle mie origini.
Io sono veneta, nelle campagne dove sono cresciuti i miei genitori si viveva di agricoltura e il loro lavoro era costituito prevalentemente dalla coltivazione del tabacco. Sono cresciuta con i racconti di mia mamma sulle piantine che erano misurate e non potevano essere sprecate, sulle foglie contate, sul lavoro certosino di essicazione e stoccaggio, spesso affidato anche ai piccoli di casa.
Quindi nel leggere questo romanzo mi sono sentita a casa, con l'unica differenza del periodo storico, qui precedente ai miei racconti, e al fatto che si svolga in una terra ancor più esigente e avara di quella che ha ospitato i miei avi.
La storia è quella della famiglia De Boer: papà Augusto, mamma Agnese e i tre figli, Jole, Antonia e il piccolo Sergio. Gente di montagna, concreta e senza grandi desideri se non quello di poter lavorare e crescere in salute.
La vita da quelle parti non è generosa. La coltivazione del tabacco avviene per conto della "Regia dei Tabacchi" che fornisce ai De Boer quindicimila semi, sufficienti a garantire il raccolto programmato, incluso un certo numero di piantine in eccesso che servono a sostituire quelle che non crescono o seccano. Il disavanzo deve essere distrutto davanti al messo della Regia.
Il ricavato è bastante solo a sopravvivere senza sentire troppo i morsi della fame. Per questa ragione i contadini da quelle parti hanno imparato a fare di necessità virtù e a nascondere un certo quantitativo di tabacco da poter scambiare con metalli preziosi che i minatori oltre frontiera sottraggono allo stesso modo ai loro padroni, oltre che con cibo e bestiame.
Il tabacco del Brenta è uno dei più apprezzati e ricercati, quindi facile da barattare, perciò alla fine dell'estate i più temerari si trasformano in contrabbandieri e partono con il loro prezioso e pericoloso carico, diretti oltre frontiera. 
Dopo qualche anno di contrabbando Augusto decide che deve passare le sue conoscenze ad un familiare, e da uomo saggio e precursore dei tempi non bada al fatto che il suo primogenito è donna:  l'estate dei suoi quindici anni Jole la trascorrerà al fianco del padre nel suo primo viaggio da contrabbandiera.
L'anno seguente Augusto parte solo e non fa più ritorno. La vita senza il capofamiglia è ancora più dura e misera per i De Boer, perciò tre anni più tardi Jole decide che è giunto il momento di affrontare quel viaggio da sola. Conosce le strade e conosce le persone. Crede di conoscere la montagna e i pericoli che nasconde. In quel viaggio Jole farà anche la conoscenza dell'animo umano, nelle sue mille sfaccettature, conoscerà l'anima della montagna e il volto della natura, a tratti madre e a tratti matrigna. Ritroverà quel vento che Augusto le ha insegnato a riconoscere quando cambia tutto ad un tratto:

"Non si tratta di un vento come tutti gli altri, bensì l'anima leggendaria della Frontiera, uno spirito antico, vecchio almeno quanto questa montagna, uno spirito che soffia forte e che di secolo in secolo si sposta seguendo le frontiere degli uomini."

Il superamento della frontiera tra Italia e Austria segnerà anche il passaggio di Jole dalla giovinezza all'età adulta e la formerà come donna. 
Con uno stile pulito ed essenziale, ma di grande intensità evocativa, Matteo Righetto mi ha condotta in questo viaggio permettendomi di percepire i suoni, gli odori e i colori della natura che circonda Jole, e conducendomi alla fine del percorso arricchita di un'esperienza di vita dalla quale trarre un grande insegnamento. Direttamente dalle parole di Augusto De Boer:

"Che senso possono avere le frontiere se gli alberi nei boschi e gli uccelli e i lupi e tutti gli animali sono sempre uguali e ignorano le linee di confine? Le frontiere sono ben altre, per me. Le vere frontiere sono quelle tra prepotenti e poveri cristi, tra chi si sollazza di cibo e potere e chi invece patisce la fame e deve spaccarsi la schiena per un pugno di polenta. Ecco, queste sì che sono le uniche vere frontiere."

Un messaggio quanto mai attuale che a mio avviso dovrebbe essere letto da quante più persone possibile, e non solo perché è un bellissimo racconto.
Ringrazio Mondadori per avermi fornito la copia digitale.




Commenti

  1. La sinossi non mi aveva colpito particolarmente, ma dopo aver letto la tua recensione..quasi quasi ci faccio un pensiero. Bello che ci hai anche raccontato qualcosa della tua famiglia! bacio.

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    1. Grazie Tessa!
      È un romanzo con delle ambientazioni meravigliose e magistralmente descritte. Pensaci, davvero.
      Bacio

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  2. Ciao Stefania, faccio mie le paRole di Tessa e Lea. Non c'è necessità di aggiungere altro.
    Ha l'aria di un western...?
    Mi tenti, ciao, Marina

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    1. Fatti tentare, Marina!
      Di western ha l'epopea della famiglia e il viaggio dentro e fuori di sè tra le asperità della natura e le difficoltà da superare. In certi passaggi mi ha ricordato anche la narrazione piena di amore per la natura di Mauro Corona.
      Bacio

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  3. Aspettavo questa vostra recensione e resto dell'idea che questa collana della Mondadori ospiti romanzi davvero spettacolari.

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    1. Concordo con te, questa collana ci regala dei veri gioiellini.
      Grazie per la fiducia,
      Bacio

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  4. Molto interessante, quanto la tua storia delle coltivazioni di tabacco, davvero singolare e affascinante.

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    1. Grazie Francesca. È sempre una bella emozione quando i libri raccontano una storia che ci appartiene.
      Un bacio

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