Le notti blu - Chiara Marchelli

TRAMA
Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina: un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente.
Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità.
Le notti blu racconta, come una sorta di lastra a raggi x, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un lutto, un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito. Con una scrittura chirurgica e lucidissima, Chiara Marchelli ci accompagna attraverso i pensieri della coppia e ci svela confessioni che avremmo preferito non ascoltare: segreti ingombranti, dolorosi, che leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che l’autrice ha intenzione di dirci proprio tutto e di tenere con mano ferma tutti i fili di questa storia cha va indietro nel tempo. 
Titolo: Le notti blu
Autore: Chiara Marchelli
Editore: Giulio Perrone Editore
Collana: Hinc
N.pagine: 236
Anno di pubblicazione: 2017
ISBN: 9788860044396

Oggi vi parlo di un romanzo che affronta il dolore originato dalla perdita di un figlio, quando avviene nel modo peggiore: il suicidio.
Tanti sono i pensieri che affollano la mente di chi affronta una tragedia simile: Perché? Come ho fatto a non capirlo? Potevo evitarlo?
Michele e Larissa erano due genitori che faticavano a mostrare i loro sentimenti già quando Mirko, il loro unico figlio, era vivo e da quando si è tolto la vita si sono rinchiusi nel loro bozzolo di dolore tentando di sopravvivere grazie ai piccoli gesti quotidiani che nessun evento esterno può togliere loro, a meno che non siano loro stessi a deciderlo: la loro quotidianità è qualcosa su cui possono mantenere il controllo. 
Sopravvivono per cinque anni in una sorta di stato ipnotico, concedendosi di vivere individualmente solo brevi pause durante le quali lasciarsi sopraffare da un ricordo, una sensazione, per poi chiudersi nuovamente nel loro bozzolo ovattato.
Quando era piccolo, Mirko spesso si alzava di notte e faticava a riaddormentarsi, così Michele gli preparava una tazza di latte caldo con il miele per aiutarlo a rilassarsi. Mirko le chiamava "le notti blu" per quella particolare colorazione che assumevano grazie alla rifrazione della luce.
"Le notti blu. Questo gli ha lasciato suo figlio. Notti insonni in cui farsi del latte caldo che non può nemmeno bere."
Già, perché Michele è intollerante al lattosio, ma il solo gesto di preparare il latte gli fa sentire Mirko ancora vicino, quasi potesse vederlo spuntare nello specchio della porta da un momento all'altro.
Larissa invece preferisce evitare di ripetere gesti e consuetudini proprie di Mirko, preferisce evitare di parlarne.
Larissa e Michele: due modi diversi di affrontare il dolore.
Fino al giorno in cui Caterina, la vedova di Mirko, trova una lettera indirizzata a lui. Questa lettera racconta una presunta verità sul passato di Mirko della quale nessuno era a conoscenza, che rompe equilibri faticosamente conquistati, ma che potrebbe dare loro una qualche sorta di consolazione.
Anche in questa situazione Larissa e Michele reagiscono in modi opposti.
Mentre Michele vede una scintilla di rinascita, un'opportunità per lenire le sue ferite, Larissa oppone un netto rifiuto, alza nuovi muri.
"Quello che mi terrorizza, Michele, è che tu vada a ricacciarti in un dolore senza fondo."
Michele ha voglia di andare avanti, capire cosa sia successo e trovare nuovi scopi di vita.
Larissa invece spende tutte le sue energie per cristallizzare la situazione, per non provare altro dolore, per non dover ammettere che non conosceva del tutto suo figlio, che c'è stata una parte della sua vita che lui non ha voluto condividere con lei.
Chiara Marchelli, con una scrittura asciutta ed essenziale ci conduce in un viaggio all'interno dell'animo umano, della disperazione conseguente il suicidio di un figlio e dei vari modi di reagire ad una nuova porta che si apre.
Ringrazio Francesca Rodella e Giulio Perrone Editore per avermi messo a disposizione una copia digitale del romanzo.




Commenti

  1. Ciao! Questo romanzo affronta un vero e proprio tabù, la più grande paura di qualsiasi genitore... sembra anche una lettura piacevole ed interessante. Ci farò un pensiero :-)

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    1. Ciao Silvia! Il romanzo affronta proprio la realizzazione dell'incubo di ogni genitore e lo fa con una precisione chirurgica. Una lettura decisamente intensa.
      Un abbraccio, Stefi

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  2. Sai che io aspettavo la tua lettura proprio per avere un confronto diretto. E tu sei riuscita a darmi, privatamente, una chiave di lettura cui non avevo pensato. È sicuramente una storia forte e straziante, ma non so quanto l'autrice sia riuscita a trasmettermi. Rimane comunque un libro degno di essere letto.

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    1. Concordo sul fatto che sia un libro che va letto. La scrittura della Marchelli è molto asciutta, ma io sono riuscita ad entrare in empatia con i protagonisti, soprattutto con Michele che mi ha fatto una tenerezza infinita.

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  3. Troppo triste per me, meglio qualcosa di un po' più felice. Non dico comico ma non straziante ecco.
    P.S. Bella recensione ^_^

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    1. Grazie Patrizia!
      Effettivamente in questo libro non c'è spazio per la leggerezza, anche se è scritto molto molto bene.
      Bacio, Stefi

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  4. ho conosciuto l'autrice lo scorso venerdì durante la presentazione del libro ad un gruppo di blogger. mi è piaciuta molto, l'ho trovata in gamba e competente, spero quanto prima di fare un resoconto del nostro pomeriggio anche se mi mancano le foto perché non sono riuscita a farle :(

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    1. La sua competenza e serietà traspaiono anche dalla lettura e mi sarebbe piaciuto essere lì con voi. Perciò, attendo il tuo resoconto!
      Bacioni

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  5. Ho notato la copertina, spesso mi lascio catturare dalle immagini. Poi spulciando tra i palpabili candidati dello Strega mi sono quasi convinta. Mi è piaciuta molto la tua analisi, sentita la tua chiave di lettura. Nonostante questo devo pensarci bene, il tema trattato mi sconvolge...

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    1. Il tema è pesante, anche se devo dire che la narrazione non lascia spazio a scene strazianti o troppo tragiche, ma è piuttosto il racconto della quotidianità di due esistenze interrotte. Il papà mi ha commossa in più parti del libro, per la sua voglia di rinascita, ma senza sensazionalismi.
      Io mi sentirei di dirti di dargli una possibilità.
      Bacio

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  6. Dell'autrice avevo molto amato L'amore involontario.
    In lista anche questo. :)

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    1. Io ho conosciuto questa autrice con questo romanzo e devo dire che scrive veramente bene, quindi io segno il tuo titolo ;)

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  7. La tua recensione mi ha convinto a comprarlo ma non vedevo l'ora di finirlo. e' stato faticosissimo leggerlo, perchè ho capito che non porta da nessuna parte. Come se chi l'ha scritto non avesse il coraggio di uscire allo scoperto nascondendosi dietro a personaggi sinceramente antipatici, con riti poco interessanti di cui potevamo fare a meno. Sono tanti i libri che rimangono aperti per lasciarci riflettere e capisco che non si può pretendere che siano scritti come dei manuali, ma è talmente asciutto e sterile che mi ha profondamente irritato.
    Visto che escono in contemporanea un paio di libri che affrontano il tema della perdita di un figlio, puntate su questi.


    Ricky63

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    1. Mi spiace che tu non abbia apprezzato questa lettura, io l'ho trovata un'analisi realistica sul diverso approccio ad un evento tragico, ben raccontata.
      Concordo con te sul fatto che i personaggi siano a tratti antipatici, soprattutto Larissa, ma succede di incontrarne anche nella vita realr.
      Ti ringrazio per avermi lasciato il tuo parere e se troverai più stimolanti gli altri libri ai quali ti riferisci, fammelo sapere.
      Stefi

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