TRAMA
«“Chi sposerò? E quando?” Sono queste le due domande fondamentali della vita di ogni donna.» Inizia così Zitelle, indagine originale e provocatoria sui piaceri e le opportunità del rimanere single. Kate Bolick, giornalista e scrittrice, ripercorre la propria educazione sentimentale e ci introduce alle appassionate ragioni che hanno guidato la sua scelta di non sposarsi – scelta condivisa ormai, come ci informano le statistiche, dalla maggioranza delle donne americane. Questo cambiamento demografi co senza precedenti, ci spiega l’autrice, è la logica conseguenza di un’evoluzione secolare. Zitelle, infatti, mette in scena un cast di “pioniere”, da Edith Wharton a Maeve Brennan (la leggendaria ispiratrice del personaggio di Holly Golightly in Colazione da Tiffany), che con il loro ingegno, la loro tenacia e la loro inclinazione verso l’avventura hanno incoraggiato la Bolick a costruirsi una vita per conto proprio. Le idee e le azioni non convenzionali di queste donne mostrano che le attuali discussioni sulla condizione femminile hanno alle spalle una lunga storia. Ma Zitelle è anche un invito a guardarci dentro, per scoprire gli ingredienti di una vita autentica, per riassaporare quegli splendidi anni in cui eravamo giovani e spensierate oppure per goderci la mezza età e il diritto di farci finalmente gli affari nostri. E inoltre contiene un chiaro messaggio non solo per le single ma per tutte le donne: si può essere “zitelle” dentro. Perché vivere da sole non è una condizione imbarazzante a cui sfuggire, ma può essere una forma, esigente e appagante, di libertà. Un libro audace e toccante che può stimolare una fanatica devozione e accese discussioni.
«“Chi sposerò? E quando?” Sono queste le due domande fondamentali della vita di ogni donna.» Inizia così Zitelle, indagine originale e provocatoria sui piaceri e le opportunità del rimanere single. Kate Bolick, giornalista e scrittrice, ripercorre la propria educazione sentimentale e ci introduce alle appassionate ragioni che hanno guidato la sua scelta di non sposarsi – scelta condivisa ormai, come ci informano le statistiche, dalla maggioranza delle donne americane. Questo cambiamento demografi co senza precedenti, ci spiega l’autrice, è la logica conseguenza di un’evoluzione secolare. Zitelle, infatti, mette in scena un cast di “pioniere”, da Edith Wharton a Maeve Brennan (la leggendaria ispiratrice del personaggio di Holly Golightly in Colazione da Tiffany), che con il loro ingegno, la loro tenacia e la loro inclinazione verso l’avventura hanno incoraggiato la Bolick a costruirsi una vita per conto proprio. Le idee e le azioni non convenzionali di queste donne mostrano che le attuali discussioni sulla condizione femminile hanno alle spalle una lunga storia. Ma Zitelle è anche un invito a guardarci dentro, per scoprire gli ingredienti di una vita autentica, per riassaporare quegli splendidi anni in cui eravamo giovani e spensierate oppure per goderci la mezza età e il diritto di farci finalmente gli affari nostri. E inoltre contiene un chiaro messaggio non solo per le single ma per tutte le donne: si può essere “zitelle” dentro. Perché vivere da sole non è una condizione imbarazzante a cui sfuggire, ma può essere una forma, esigente e appagante, di libertà. Un libro audace e toccante che può stimolare una fanatica devozione e accese discussioni.
Titolo: Zitelle
Autore: Kate Bolick
N.pagine: 304
Editore: Sonzogno
Anno di pubblicazione: 2016
ISBN: 9788845426254
Questo
libro, dal titolo accattivante e dalla copertina solare, inizialmente trae in
inganno il lettore che potrebbe, erroneamente, pensare di trovarsi al cospetto di un manuale
che in modo umoristico parla di quelle donne che per scelta o necessità non si
sono sposate e sono rimaste zitelle. Invece si tratta di un vero e proprio
saggio letterario, nonostante sia scritto con mano lieve e la Bolick alterni
brani autobiografici, riguardanti la sua educazione sentimentale, ad altri in
cui analizza opere e vita di cinque scrittrici americane. L’autrice riesce a
parlarci della sua vita e delle scelte che l’hanno portata ad essere una single
e in parallelo alla vita di quelle che sono le sue cinque muse: Neith Boyce,
Edna St. Vincent Millay, Charlotte Perkins Gilman, Maeve Brennan ed Edith
Warthon. Cinque vite diverse, ma con un denominatore comune: il lacerante
dilemma tra lo stare sole o dividere la propria esistenza con un uomo. Il
fatto, innegabile, resta sempre lo stesso: cedere all’amore significa per una
donna in parte rinunciare a se stessa, particolarmente se si hanno aspirazioni
artistiche. La famosa stanza tutta per sé di Virginia Wolf, la stanza che
cercava anche Jane Austen , è priva di porte se nella casa esistono dei figli e
un marito. E’innegabile. Perché la scrittura ha bisogno di silenzio, di
riflessione, di tempo vuoto.
Ognuna
di queste cinque donne care alla Bolick ha provato a risolvere l’equazione
impossibile a modo proprio: chi è rimasta sola, chi ha ceduto per poi
divorziare, chi ha provato soluzioni alternative, chi si è data senza mai
perdersi e chi zitella lo è diventata solo dopo relazioni significative.
Il
mio interesse si è acceso soprattutto nella parte dedicata ad Edith Wharton,
autrice della quale ho letto molti romanzi, su tutti “La casa della gioia” e
“L’età dell’innocenza”. Le altre quattro scrittrici invece non le avevo
presenti e mentre procedevo con la lettura mi si accendeva la curiosità di
vederne i volti e di conoscerne meglio le storie. Wikipedia mi è venuto in
soccorso e sono rimasta colpita particolarmente da Maeve Brennan e da Edna St.Vincent Millay: la prima una creatura affascinante che pare abbia ispirato il
personaggio di Holly di Colazione da Tiffany e la seconda una poetessa
veramente anticonvenzionale che forse meglio delle altre è riuscita a
realizzarsi .
Un
libro pieno di riflessioni acute, che non offre risposte, ma fa nascere nuove
domande “Se fare ricerche per questo libro mi ha insegnato il vero valore della
zitella, scriverlo mi ha fatto capire che la domanda che mi ponevo da tempo –
se sposarmi o essere single, è un falso dilemma. La questione ora è tutt’altra:
le donne sono persone? E con questo intendo: siamo finalmente pronti perché una
giovane donna intraprenda la lunga strada della sua vita come essere umano che
è dotato di un sesso, ma che non è limitato?”
Un saggio
interessante e ben scritto: le parti autobiografiche gli conferiscono un tocco
di freschezza ed autenticità che investe anche la parte più documentaria. Come
unica nota discordante non riesco ad visualizzare il tipo di lettore che
potrebbe leggerlo. Io stessa, nella prima parte ho proceduto come un bradipo, a
causa del mio essere votata esclusivamente al romanzo. Saggi di
questo tipo richiedono livelli di autodisciplina che non sono da tutti. Ma forse attribuisco questo mio limite anche a chi non lo ha: fatemi sapere cosa ne pensate, se lo avete letto.
Ringrazio
la Songozo che mi ha gentilmente omaggiata con una copia digitale del libro e
concludo con un verso della Millay:
Dimmi, che cosa pensi di fare
della tua unica, selvaggia vita?
Ecco,
forse tutte vorremmo essere zitelle, ma il non esserlo ci toglie dall’imbarazzo
di chiederci se, nel caso, avremmo avuto
del talento da sviluppare o solo tanto tempo libero!
P.S.
Se te lo stai chiedendo, amica mia gentile, parlo soprattutto con te: della
nostra unica e selvaggia vita faremo quello che potremo, nel modo migliore che ci riuscirà. E non per
questo ci sentiremo sminuite. ;-)
Io sono una di quelle che zitella non potrei esserlo mai: nessuno da ammorbare di chiacchiere, nessuno a cui dare la colpa per le minchiate che combino io, nessuno da coccolare dopo averlo scartavetrato di lamentele...io una vita senza il mio doppio (perché di metà non si può parlare)non potrei immaginarla.
RispondiEliminaBacci
Bacci mi sto cappottando dal ridere!! Sei forte 😂😂😂 (scartavetrato!!!!! Rende l'idea)
EliminaBacci...neanche un pensierino ogni tanto? Piccolo, piccolo piccolo?
Elimina;-)
Lea
Leggo dal cellu e quindi, dato che qui sopra trovo commento di Lea, direi che mi devo rivolgere alla famigerata Bacci 😉 cosa che nn avevo capito leggendo la recensione, ma pensa un po'.
RispondiEliminaBel libro x un Gruppo di Lettura, perchè penso farebbe sviscerare l'argomento per un bel po'.
Mi piacerebbe leggerlo: ha in sè tutti gli argomenti ed i personaggi che personalmente mi affascinano.
E pongo una domanda ulteriore: e se la propria metà (o il proprio doppio, come suggerisce Lea), fosse una persona del proprio stesso sesso? Le problematiche relative alla condizione femminile resterebbero invariate, oppure avremmo una viTa più libera, a mo' di zitella/single?
Un bacio alle gemelle quasi perfette, ciao!, Marina
No, Marina. Avevi capito giusto. La recensione è di Lea e il commento della famigerata Bacc, che sarei io, hihihihi.
EliminaSul libro ti risponderà Lea 😉
Secondo me con una persona dello stesso sesso le cose sarebbero diverse, ma il libro di De Carlo mi ha insegnato che poi comunque si arriva ad interpretare un ruolo.
EliminaMah.
Comunque il libro ti potrebbe interessare.
Lea
Argomento interessante, anche se difficile (io, praticamente zitella, non avrei mai immaginato, anni fa, una vita non "in coppia", ora, avendo sperimentato tutte le varianti, mi dico "meglio sola che mal accompagnata", mai detto fu più azzeccato). Certo il saggio un po' mi spaventa, come te sono votata al romanzo!
RispondiEliminaps) Non ho tempo libero, né ho sviluppato alcun talento :P come la mettiamo???
La mettiamo che sei l' eccezione! Ciao praticamente zitella. :-)
EliminaLea
Su questi argomenti ci si potrebbe discutere mesi e mesi.. e alla fine una risposta non c'è.. perché secondo me chi ha una cosa sognerebbe anche per un minuto soltanto avere l'altra.. ci vorrebbero entrambe.. da usare a piacimento premendo un bottone.. si può?? Quelle ultime righe.. me le sento addosso.. e ricordo una bellissima canzone di jovanotti che dice tutto.. e alla fine si dovrebbe solo avere il coraggio di volersi bene e chiedere i propri spazi.. un bacione a entrambe!!
RispondiEliminaJovanotti è molto saggio. E la penso come te. Dove si trova il bottone?
EliminaLea
Uhm non so se è un libro che riuscirei ad affrontare. I saggi ok, le zitelle pure (orgoglio zitella mode on)... ma insieme, uhm, non lo so.
RispondiEliminaNeanche con una tazza di cioccolata calda ed una ciambella?
EliminaLea
Io ogni tanto un saggio, anche non universitario, lo leggo, quindi potrebbe fare al caso mio; l'argomento è interessante e complesso e ce ne sarebbero cose da scrivere ma se ha convinto te che sei votata al romanzo, perché non farci un pensierino?
RispondiEliminaBella recensione, complimenti.
xxx
Grazie Cecilia! Questo saggio ha trovato la sua prossima lettrice?
EliminaLea