Ingrossare le schiere celesti - Franck Bouysse

TRAMA
Gus ha più di cinquant’anni e del mondo conosce soltanto i campi della sua isolata fattoria tra i monti, il bosco limitrofo e il paese di Pont-de-Montvert, nel sud della Francia, in cui saltuariamente è costretto a scendere per fare compere e commerciare. È un uomo schivo, diffidente, di poche parole: tutto ciò che gli interessa è continuare la propria vita senza essere disturbato, tra i suoi animali e la natura circostante, fino alla fine dei suoi giorni. Come unica compagnia, oltre all’amato cane Mars, ha Abel, il vicino, di vent’anni più vecchio, con il quale condivide le serate tra bicchieri di vino e reciproci racconti. Un giorno, mentre sta cacciando con Mars, sente dei colpi d’arma da fuoco e delle grida provenire dalla tenuta di Abel. Si precipita dal vicino e si trova davanti un luogo apparentemente abbandonato e tranquillo. Di Abel nessuna traccia. Sulla neve vicino al recinto brillano però inquietanti macchie rossastre.
Romanzo dall’atmosfera hitchcockiana, nella quale i contorni noti e i volti amici si trasfigurano alla luce macabra del sospetto, Ingrossare le schiere celesti è un noir d’autore magistrale, paragonato per lo stile, crudo e poetico assieme, alle migliori opere di Georges Simenon. 
Titolo - Ingrossare le schiere celesti
Autore - Franck Bouysse
Editore - Neri Pozza
N.Pagine  - 176
Anno di pubblicazione -2016
ISBN - 9788854513402

RECENSIONE

"E' uno strano regalo, la vita... non  lo si rifiuta, ma a volte mi chiedo se valga la pena di aprirlo senza sapere cosa c'è dentro."
 
Oggi vi parlo di un noir, alla maniera francese, del quale mi sono invaghita non appena vista la copertina e letta la sinossi (posso dire che le copertine di Neri Pozza sono quasi sempre piccoli capolavori?)
Questo romanzo in poco più di 170 pagine racchiude un micro mondo. Con una narrazione tranquilla, un ritmo non troppo lento e ipnotico, l'autore ci porta nella campagna dei monti Cevennes, in Francia, dove il tempo sembra essersi fermato, i pochi abitanti sono solidi come la roccia sulla quale poggia la loro terra e altrettanto duri e solitari.
Qui, e più precisamente nella località di Les Doges, vive Gus, uomo rude e solitario, ma dotato di una buona dose di compassione.
"I desideri di Gus erano semplici: bere qualche bicchiere di vino quando ne sentiva il bisogno e occuparsi degli animali che allevava con passione. Era la sola cosa che ci si aspettava da lui:"
La sua non è stata un'infanzia felice e spensierata: cresciuto con due genitori che usavano la violenza per interagire tra di loro e con lui; una madre che non aveva mai espresso altro che disprezzo per il figlio ed un padre che per lui provava solo indifferenza. 
Rimasto orfano Gus trova consolazione nella solitudine e nell'isolamento, nelle giornate scandite dalla cura dei suoi vitelli, sua fonte di sostentamento, nelle ritualità immutate nel tempo e nella compagnia dell'amato cane Mars.
Dell'unico vicino, Abel, di una ventina di anni più vecchio, Gus sa solo che era odiato ed evitato dai suoi genitori. Una sera, a causa di un'emergenza veterinaria, Abel bussa alla porta di Gus per chiedergli aiuto e getta così le basi di un'amicizia fatta di reciproco aiuto e di bevute  in compagnia accompagnate da poche chiacchiere. Abel è vedovo da molti anni, ma con Gus non ha mai parlato nè della moglie nè delle circostanze della sua morte, e Gus non ha mai avuto la curiosità di sapere, come non ha mai indagato, nonostante ogni tanto si ponesse l'interrogativo, sui motivi che avevano generato la tensione tra lui e i suoi genitori.
Questa tranquilla routine viene improvvisamente interrotta il giorno in cui Gus, uscito a caccia con Mars, sente due colpi di fucile provenire dalla fattoria di Abel e quando chiede spiegazioni, Abel si dimostra infastidito e sfuggente. Da quel momento tutto il mondo di Gus cambia, si riveste di sospetto, della sensazione di essere spiato, della certezza che qualcosa di grave stia succedendo intorno a lui, qualcosa che non riesce ad afferrare e che accresce il timore generato dal non detto.
Non aspettatevi di trovare sangue o scene raccapriccianti, ma se riuscirete ad immergervi nelle atmosfere color seppia che la copertina stessa vi suggerisce, sentirete i brividi scorrere sotto pelle e inizierete a fare congetture su cosa possa essere successo, provando la stessa inquietudine di Gus, fino all'epilogo in cui tutte le tessere troveranno la loro giusta collocazione. Spiazzandovi.
VOTO

 


 

Commenti

  1. I Neri Pozza mi ispirano ma questo non penso faccia per me, nonostante le tue belle parole, Stefi. Questa volta passo, ciao :)

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    1. Ciao Cecilia.
      I Neri Pozza per me sono una garanzia.
      Un bacio, Stefi

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  2. Già mi ispirava prima, figuriamoci adesso. ;)

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    1. Felice di aver confermato la tua ispirazione. Peccato si legga in un soffio.
      Sono curiosa di conoscere il tuo pensiero ;)

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  3. Ciao Stefania.
    Concordo sulle copertine di Neri Pozza.
    Piccoli capolavori, cui la consistenza e la fattezza, se così mi posso esprimere, completano l'opera.
    Mi parli di noir francese, mi parli di mistero non raccapricciante... mi inviti, insomma!
    E io che faccio? ... Leggo!!!
    Grazie e a presto, Marina

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  4. Mmmhhhh... no. Niente, nonostante la bellissima recensione, questo libro non mi chiama :(

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    1. Nella stanza librosa dev'esserci un baccano infernale: tutti che chiamano. Ogni tanto uno che non chiama ci sta.
      Grazie del complimento, molto gradito.

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  5. Mi era sfuggito..ora corro a recuperarlo! grazie del consiglio :)
    Bacio.

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  6. Come hai ragione Stefy! Le cover Neri Pozza le adoro, le pubblicazioni sono sempre curate e le storie, mai una che mi abbia delusa, portano con sé sempre quel quid in più.
    Non mi aspetto né sangue né scene cruente, non sono tipiche del noir, genere che amo, ma quell'atmosfera misteriosa che cela tanta verità si, e da come ne parli, credo proprio che qui non manchi.
    Un abbraccio con un nuovo titolo in lista.

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    1. Ciao Cuore,
      non ho fatto a tempo a dire che Neri Pozza non mi ha mai delusa, che è arrivata la smentita con La logica del lupo. Ma è veramente la prima e spero sia l'ultima (eviterò i loro thriller). Per quanto riguarda questo noir a me è piaciuto veramente tanto.
      Un abbraccio a te e grazie per esserci sempre

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