Titolo: Cento giorni di felicità
Autore: Fausto Brizzi
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero. Big
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 393
Prezzo: 18.50 €
E-book: 6.99 €
TRAMA: Cosa faresti se mancassero cento giorni
alla tua morte?
Non a tutti è concesso di sapere in anticipo
il giorno della propria morte. Lucio Battistini,
quarantenne ex pallanuotista con moglie
e due figli piccoli, invece lo conosce
esattamente. Anzi, la data l'ha fissata
proprio lui, quando ha ricevuto la visita
di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro
al fegato che ha soprannominato,
per sdrammatizzare, «l'amico Fritz».
Cento giorni di vita prima del traguardo finale.
Cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri
figli, giocare con gli amici e, soprattutto,
riconquistare il cuore della moglie, ferito
da un tradimento inaspettato.
Cento giorni per scoprire che la vita è buffa
e ti sorprende sempre.
Cento giorni nei quali Lucio decide
di impegnarsi nella cosa piú difficile di tutte:
essere felice. Perché, come scriveva Nicolas
de Chamfort, «la piú perduta delle giornate
è quella in cui non si è riso».
Questo
è uno di quei libri che devi leggere per ricordarti di vivere al meglio ogni
istante, ogni giornata, ogni occasione. E’ il libro del carpe diem, dell’attimo
fuggente e del “Capitano, oh mio capitano” da urlare in piedi sul banco per
quelli che, come me, hanno superato i
quaranta e ricordano un film che era un monito e un’emozione.
Certo
la premessa è triste, il finale è noto: Lucio Battistini il protagonista,
svela sin dalle prime pagine che
racconterà i suoi ultimi cento giorni di vita, quelli trascorsi dalla diagnosi
di un male incurabile alla morte, ma dirà anche che sono stati cento giorni più
belli della sua vita. Su questo non sono
riuscita a dargli totalmente credito: saranno forse i giorni “più consapevoli”
e intensi, sarà che il pensiero della morte amplifica la vita, ma il lettore e
il protagonista non riescono a dimenticare nemmeno per un istante la meta verso
la quale si è diretti. Eppure si ride molto e spesso in questo libro: ci sono
gli amici di sempre Vittorio e Corrado e le zingarate stile “Amici miei”, ci
sono la moglie amata e sbadatamente tradita Paola e i figli Eva e Lorenzo e poi
c’è Oscar il suocero, un personaggio incredibile, pasticcere, filosofo, amante
fuori età, fisicamente esuberante ed “identico ad Aldo Fabrizi”. Non mancano altri comprimari: Giannandrea
il depresso, la dottoressa della dieta vegana, la nuova compagna di Oscar, la
squadra di pallanuoto, la procace Moroni e Roma città che colloca il libro in
un suo spazio ben definito, molto italiano, assolutamente romanesco . Infine
c’è lui Lucio, un protagonista che non ha nulla di speciale, tranne il fatto
che è lui, che la storia è la sua, ma potrebbe essere la nostra, perché ognuno di
noi è importante per se stesso e per quelli che lo amano, ognuno è protagonista
assoluto della propria vita (e ci mancherebbe! almeno in quella siamo le star).
Lucio
la sua storia la vuole portare
conclusione nel modo migliore: farsi perdonare dall moglie, pensare a come essere presente con i figli anche quando
fisicamente non ci sarà più, lasciare un’eredità positiva che sia anche di
libertà per chi resta. L’obiettivo perseguito nei cento giorni sarà quindi
quello di scrivere la parola fine nel migliore dei modi e farlo in modo
generoso, ma anche prestabilito e consapevole. Perché l’amico Fritz non deciderà il dove il come e il quando, ma lo farà
invece Lucio stesso recandosi in una clinica in Svizzera. Tema veramente
delicato questo, che al pari del resto, nel libro viene trattato con leggerezza
che non è mai, mai (lo scrivo due volte) superficialità. Perché la morte si affronta necessariamente
da soli e in questi casi l’autodeterminazione è dignità.
Se
sentir parlare di malattia e di morte vi fa tremare le ginocchia, lasciate
perdere questo libro. Se avete invece il coraggio di pensare a certe ineluttabili verità leggetelo d’un fiato e
riderete, piangerete e a volte vi troverete con sguardo ebete perso nel vuoto.
E poi forse alla fine prenderete, come è successo a me, carta e penna e stilerete la lista delle vostre giornate più belle e forse
vi fermerete prima di essere arrivati a cento …e vi porrete una domanda.
La
vita continuerà a scorrere allo stesso modo, ma questo libro vi avrà
arricchiti. D’altra parte ogni libro ha questo magico potere ed alcuni lo esercitano in modo più forte di altri.
Su
un punteggio massimo di cinque a questo romanzo attribuirei un quattro e
mezzo (Stefi quando introduciamo i voti? lo so, lo so... a causa del mio analfabetismo informatico devi fare tutto tu!).
Buon
pianto e buone risate a tutti gli audaci lettori.
Chiuderei con una frase di (da) Oscar “Alla fine, Lucio mio, il senso della vita è
dare un morso a una ciambella calda”.
Lea
Beh...... in primi bisogna effettivamente trovare il coraggio di affrontarlo, un libro con questa tematica..... e non è semplice in una società dove di morte non si parla, se non quando la si deve affrontare personalmente.
RispondiEliminaDetto ciò, il tuo post è così invitante che quasi si può pensare di cimentarsi e quindi affrontare il tema proposto!!
Ciao Lea e Stefania!!,
da MaryLou
Beh...... in primi bisogna effettivamente trovare il coraggio di affrontarlo, un libro con questa tematica..... e non è semplice in una società dove di morte non si parla, se non quando la si deve affrontare personalmente.
RispondiEliminaDetto ciò, il tuo post è così invitante che quasi si può pensare di cimentarsi e quindi affrontare il tema proposto!!
Ciao Lea e Stefania!!,
da MaryLou
Ciao MaryLou!
EliminaBrava la mia socia, pensa che ha convinto anche me, nonchè mio marito che legge una media di cinque libri l'anno!!!
Stefania
Ciao cara, mi pare di conoscerti! ;-)
Eliminaun bacione da lea
> a Stefania: Credo che nel conto dell'anno appena passato tu abbia incluso il manuale per la compilazione del 730. Allora se vale, aggiungerei anche le istruzioni di montaggio della libreria IKEA (anche se per quelle mi hai dato un aiutino). E farebbero sei.
EliminaPerò a mia discolpa faccio notare che leggo poco, ma di qualità, e questo libro, per come lo ha recensito Lea, sembra proprio un buon modo di spendere i prossimi 2/3 mesi del mio tempo libero.
Lea, fate prestiti così lunghi?
Ok Lea, mi hai convinto. A una recensione così bella si risponde in sun solo modo. Questa sarà la mia prossima lettura.
RispondiEliminaCiao e complimenti per il blog.
Ivano
Allora te lo metto da parte Ivano!
EliminaCiao da Lea e grazie del commento lusinghiero.
Lea
Forse ci vuole un coraggio che non so se ho. Non adesso. Ma deve essere meraviglioso... e forse fra un po' avrò voglia di leggerlo. Grazie ragazze!
RispondiEliminaMagari più avanti Cristina. Io stessa ho fatto fatica all'inizio, ma poi ho anche riso molto.
EliminaCiao da Lea
Lea, ho pianto tanto su un libro di mojes che mi avevi consigliato.. E ha un tema molto simile.. sicuramente non è un tema easy.. ma come dici sono libri che ci arricchiscono! Mi hai fatto venir voglia di leggerlo! Ps: avanti tutta con il blog, brave!!!
RispondiEliminaGrazie Lidia!
EliminaUn bacione e buon anno
Stefania
Lea, ho pianto tanto su un libro di mojes che mi avevi consigliato.. E ha un tema molto simile.. sicuramente non è un tema easy.. ma come dici sono libri che ci arricchiscono! Mi hai fatto venir voglia di leggerlo! Ps: avanti tutta con il blog, brave!!!
RispondiEliminaCiao Lidia,
RispondiEliminapensa che il libro che ti avevo consigliato devo ancora leggerlo! E' nella lista e prima o poi..il problema è che in biblioteca è sempre in prestito. Ah, ah, ah!
Bacioni da Lea
Ciao ragazze, non mi stanco mai di sentir parlare di questo libro...forse perché l'ho letto nel momento in cui una persona a me cara stava vivendo i suoi ultimi 100 giorni...Lucio, Lucio...quanto ti ho voluto bene e quanto ho sofferto nel finale...ma ho condiviso la sua scelta e il suo modo di gestire la situazione. La vostra recensione mi è piaciuta molto, e le ciambelle, quanto buone sono?
RispondiEliminaCiao cara, che piacere leggere il tuo commento! Le ciambelle sono buonissime, rendono migliore la vita, come certi libri.
RispondiEliminaUn saluto da Lea