Il canto del profeta - Paul Lynch

 

Trama: A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d’Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l’ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l’aumento dei salari degli insegnanti. La deriva totalitaria arriva gradualmente, attraverso passaggi a prima vista innocui che si accumulano fino a creare una società da incubo. Le persone si rendono conto che le loro libertà sono state cancellate solo quando è troppo tardi. Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l’atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama.

Titolo: Il canto del profeta
Autore: Paul Lynch
Anno pubblicazione: 2024
Casa editrice: 66thnad2nd
Pagine:  276

Libro spiazzante, doloroso, dolente e a tratti insostenibile. Due giorni fa lo raccontavo ad una libraia mia amica e lei sinceramente mi ha detto "Non fai venire voglia di leggerlo". Chiariamoci subito: non è un libro piacevole da leggere, ma è un libro necessario, se pensiamo che la letteratura rappresenti qualcosa di più e di più alto di un passatempo. Qui il romanzo si fa verbo o meglio canto. La sensazione è quella di un graduale disvelamento di una verità inaccettabile e poi arrivati all'ultima pagina, nonostante tutto, l'anelito di vita è potente. In mezzo alle rovine e alla disperazione emerge un monito, che è anche un desiderio di andare avanti, di fare qualcosa di più e di meglio.
Potremmo definirlo un distopico ambientato nel 2025, oppure nel 2040 o forse fuori dal tempo per alcuni fortunati e realtà di ieri e di oggi per altri.
In Irlanda la vita di una normale famiglia borghese è sconvolta dall'improvvisa scomparsa del capofamiglia Larry, sindacalista, prelevato dalla polizia e poi più rientrato a casa. Sono da poco state approvate dal governo delle leggi che gli attribuiscono particolari poteri d'emergenza. Non viene spiegato molto e in fondo non ha importanza. Il dissenso non è tollerato in nessuna forma. Cosa avrà fatto Larry? Probabilmente il suo semplice lavoro di insegnante e sindacalista. La moglie Eilish resta da sola con quattro figli (tre adolescenti e un bimbo ancora da svezzare) e un padre che inizia a dar segni di demenza, ma che in un momento di lucidità riesce a fotografare la situazione con parole chiarissime e agghiaccianti

Eilish, siamo entrambi scienziati, apparteniamo a una tradizione, ma la tradizione non è altro che ciò su cui tutti concordano - gli scienziati, gli insegnanti, le istituzioni, se si riesce a cambiare la proprietà delle istituzioni, allora si riesce a cambiare anche la proprietà dei fatti, si può alterare anche la struttura dell'opinione, di quello che si stabilisce di credere tutti, ed è esattamente quello che stanno facendo, Eilish, in realtà è abbastanza semplice, il Nap sta cercando di cambiare quello che noi due chiamiamo realtà, la vogliono intorpidire come l'acqua, se dici che è una cosa è un'altra cosa e lo ripeti abbastanza spesso, allora dev'essere così, e se continui a ripeterlo tante volte, la gente crederà che sia vero - naturalmente è un'idea molto vecchia, niente di nuovo, in verità, solo che ora lo vedi in azione nella tua quotidianità, non in un libro


E' questa incapacità di Eilish di vedere cosa sta realmente accadendo, la vana speranza che possa essere tutto un grande equivoco a farle perdere tempo prezioso. Perché per salvarsi in questi casi bisogna scappare, ma non è possibile quando mille legami ti ancorano a dove stai. Giorno dopo giorno la situazione peggiorerà: dalla perdita del lavoro, agli stessi parenti che sono invece fedeli al governo che nemmeno le chiedono che fine abbia fatto Larry, a piccoli episodi di violenza contro le sue cose e la sua stessa libertà. In breve la storia precipita in una situazione di guerriglia ed Eilish, sempre più disorientata e impaurita, dovrà assistere impotente a grandi, grandissime perdite.

Ci sono dei passaggi così vividamente descritti che sembra ti facciano precipitare in un incubo lucido e mai, nemmeno uno volta, dubiti del realismo di quanto raccontato. Dolosamente sai che in quelle pagine potrebbe esserci scritto il tuo nome. Il valore aggiunto è dato anche dalla scrittura che come avete potuto capire dalla citazione è particolarissima: un unico discorso ininterrotto in cui dialoghi e pensieri sono amalgamati insieme e immergono il lettore in  nel magma brulicante di quel malessere senza sollievo che è diventata la vita dei personaggi.

L'autore traccia le frasi sulla tua stessa pelle


il profeta non canta la fine del mondo, ma quello che è stato e che sarà fatto, quello che è fatto ad alcuni ma non ad altri, che il mondo finisce continuamente in un posto ma non in un altro e che la fine del mondo è sempre un evento locale, arriva nel vostro paese e visita la vostra città bussa alla porta della vostra casa mentre per altri diventa solo un avvertimento, un breve servizio al telegiornale


Terminato il romanzo ho avuto la brutta idea di andare a vedere i commenti sotto la notizia della seconda udienza a Ilaria Salis in Ungheria. Mi succede spesso, questa fascinazione per l'orrido e il male, che a volte è solo desiderio di riconoscermi in qualcuno, di leggere qualcosa di almeno vagamente umano o rispettoso. Ed eccoli invece tutti quelli che lanciano pietre con il desiderio di uccidere, che devono sempre mettersi al di sopra di tutto, quelli che non hanno compassione e mai pensano che la fine del mondo possa arrivare a bussare alla loro porta. Di sicuro ho la sensazione che sia più facile che bussi alla mia, ma nessuno alla fine risulta vincente. Qualcuno resta per sempre spezzato, ma il desiderio di vivere è più forte di ogni cosa.

Il canto del profeta è un grandissimo libro, nonostante la sofferenza che la sua lettura ti infligge. Si tratta di un'opera che i librai dovrebbero mettere in evidenza sugli scaffali, che i bibliotecari dovrebbero consigliare e che le persone farebbero bene a leggere. E' venuto in mezzo a noi a dirci che il re è nudo, ti porta a desiderare di aver fede in una qualsiasi religione che possa salvarti dalla crudeltà gratuita dell'uomo. Oppure ti lascia ai margini, impaurito, a desiderare solo che un certo di tipo di storia si dimentichi di te. Si tratta di un romanzo che, come Cecità di Saramago con il quale ha  diversi tratti in comune, rimarrà per sempre. E' un corpo che si è fatto verbo.










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