Haiku siberiani - Jurga Vile, Lina Itagaki

Trama: Lituania, 1941. Il piccolo Algis viene deportato in un campo di lavoro in Siberia, insieme alla sua famiglia e a tutta la gente che abita nel suo villaggio. La vita, là, è durissima per il freddo, la fame, gli stenti, la miseria e le angherie a cui i soldati russi sottopongono i prigionieri. ma la dolcezza, la profondità e la fantasia con cui Algis sa guardare le cose e raccontarle, riesce a trasformare questa vicenda terribile in una testimonianza di umanità, resistenza, solidarietà e amicizia.
Titolo: Haiku Siberiani
Autore: Jurga Vile, Lina Itagaki
Casa editrice: Topipittori
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 240
Questo è un graphic novel che posso solo definire MERAVIGLIOSO. Le due autrici hanno saputo farmi ridere e poi piangere, commuovere e sentir nascere la speranza. La trama non è certo delle più allegre visto che i fatti narrati risalgono al 1941 e raccontano di  Algis e della sua famiglia che dalla Lituania vengono deportati dai russi in in un campo di lavoro in Siberia. Al lettore non viene risparmiato nulla: il viaggio in treno merci, la quasi immediata separazione dal padre, le violenze e le privazioni, la vita durissima in Siberia, un'esistenza fatta di fame e di stenti nella quale la morte è sempre presente. Il racconto riesce ad essere brutale e poetico al tempo stesso, buffo a tratti e sempre imbevuto di speranza e fantasia. Alla brutalità e alla disumanizzazione i ragazzi e alcuni degli adulti sanno contrapporre la bellezza di un gesto gratuito, il calore del ritrovarsi e dello stare insieme, la capacità di saper vedere il lato positivo anche nelle situazioni più difficili. Ci sono le lettere che una postina chiede di scrivere ai prigionieri che vengono lanciate come areoplanini di carta mentre il treno fila verso la Siberia, ci sono gli haiku della zia Petronilla (appassionata del Giappone) che volano all'interno di gru origami, ci sono le canzoni del coro e infine i semi di mela regalati ad Algis dal padre, perché le mele sono la Lituania e la vita. E poi c'è il filo di un gomitolo che la sorella del protagonista, Dalia, lavora a ferri incessantemente, creando coperte e sciarpe che poi tornano ad essere gomitoli, perché la lana non basta, ma la creazione non può fermarsi e serve a tenersi vivi, a prendersi cura, anche quando manca tutto.
La scelta grafica originalissima di Lina Itagaki amplifica e rende le parole di  Jurga Vila ancora più preganti. Un bellissimo modo di fare Memoria che per la complessità delle tematiche e la durezza di alcune pagine è adatto ai ragazzi a partire dalla scuola secondaria di primo grado.
Partimmo cantando, ma presto il vento ci zittì. Ci sputava in faccia grumi neve. Sembrava voler sommergere il mondo intero. Marciavamo lenti, affondando sempre di più. Ci voltammo indietro e non vedemmo più niente. Solo il bianco. Una tenebra bianca dove si smarrivano i pensieri. Ci afferrammo per le mani, ma la catena umana fu presto dispersa. Il vento ci avvolse con giganteschi turbini. Ci afferrò e ci scagliò contro i pini e rimase a sghignazzare.
A mio parere un libro imperdibile, prezioso ed originale.

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