Tu che sei di me la miglior parte - Enrico Brizzi

Trama: Bologna, anni Ottanta: Tommy Bandiera, orfano di padre, cresce con la mamma Alice e la famiglia di lei. I racconti dell'avventuroso zio Ianez, i giochi condivisi con gli amici Athos e Selva fra cortile e parrocchia, e le prime, timide, relazioni con le coetanee scandiscono le tappe della sua crescita sino alla sconvolgente apparizione del vero amore. L'impareggiabile Ester, però, fa battere il cuore anche al nuovo arrivato Raul, che di Tommy diventerà la guida e la nemesi, il modello irraggiungibile e il "peggiore amico" capace di scortarlo attraverso le prove iniziatiche tutt'altro che innocenti dell'adolescenza. L'asimmetrico triangolo che li lega negli anni delle scuole superiori prenderà via via i colori di una tenera educazione sentimentale e di una conturbante lotta per trovare il proprio posto nel mondo; la meraviglia e la fatica del diventare grandi li metteranno di fronte a scelte non scontate e passi senza ritorno, tradimenti che li sprofonderanno nell'abisso della disperazione e inattese prove di lealtà capaci di riaccendere la fiducia, sino alla grande, incancellabile, avventura che vedrà i tre ragazzi protagonisti nell'estate dei diciott'anni.
Titolo: Tu che sei di me la miglior parte
Autore: Enrico Brizzi
Casa editrice: Mondadori
Anno pubblicazione: 2018
Pagine: 543

"Chiunque cercherà di trovare uno scopo a questa storia verrà perseguitato a termini di legge; chiunque cercherà di trovare una morale verrà bandito; chiunque cercherà di trovare una trama verrà fucilato."

Mark Twain, Le avventure di Hucleberry Finn


Lo sapete vero che i libri si parlano tra di loro e conducono il lettore lungo percorsi inaspettati? Il libro di Renate Dorrestein che sto leggendo (Il club delle lettrici) inizia  con la citazione che ho scritto sopra e penso non sia un caso, forse vuole aiutarmi a ragionare insieme a voi sull'ultimo libro di Enrico Brizzi, che mi ha lasciato l'amaro in bocca, per tante, troppe pagine.
A fine recensione scopriremo insieme anche quali pensieri, il medesimo romanzo, ha suscitato a Roberta sul suo blog La libreria di Tessa. Io e lei oggi scriviamo una recensione al buio, che è un po' come giocare a battaglia navale e non sappiamo se parleremo delle stesse cose, se quello che (non) è piaciuto a me non ha convinto nemmeno lei.
Questa storia ambientata a Bologna segue la crescita del protagonista, Tommaso, a partire dalle medie per arrivare alle superiori: da preadolescente a giovane. Le vicende familiari, gli amici, la passione per il calcio (soprattutto come ultras), gli amori, anzi il suo grande amore per la coetanea Ester e la rivalità con quello che Tommy definisce il "suo peggior amico", il fascinoso Raul. Il romanzo è diviso in quattro libri, ma l'unico che mi è veramente piaciuto è il primo, che riassume l'infanzia di Tommy. Il seguito è un susseguirsi di episodi, spesso ripetitivi e senza una vera storia, che ci traghettano attraverso gli anni Ottanta per arrivare agli anni Novanta. Periodi che per me significano qualcosa, considerato che li ho vissuti, ma la vivida ricostruzione di un'epoca non è riuscita a farmi superare il fastidio per alcuni episodi che vengono raccontati. No, la mia adolescenza non si avvicina per nulla a quella di Tommy, ha avuto solo la medesima coreografia e colonna sonora.
Tommy negli anni compie tutti i peggiori errori che si possano commettere, ma mai in nessuna delle oltre 500 pagine del romanzo riflette sulle proprie azioni e se ne pente. Ester lo definisce "solo un altro animale che va dietro al capobranco. Un gregario". E gregario resterà per tutto il libro, senza mai un guizzo di consapevolezza e di moralità. Moralità, lo so che è una parola fastidiosa, che mi colloca proprio all'interno della mia età anagrafica, anzi mi invecchia, ma nulla ho potuto contro l'acido che mi è salito allo stomaco mentre leggevo.
Non posso dire troppo per non spoilerare, ma Tommaso è complice in molti atti insensati e violenti e spesso manca persino di umana compassione nei confronti di persone realmente in difficoltà. Non mi hanno disturbata certi atteggiamenti di dubbio gusto, o certi suoi vizi imputabili all'età (chi è senza peccato ecc.), ma non riesco a perdonargli che nemmeno una volta sembri maturare, affrancandosi dal gruppo. Anzi, dopo anni si vanta ancora di essere conosciuto e ricordato per uno squallido episodio di bullismo.
Non sono gregari gli altri due coprotagonisti Ester e Raul, ma se la prima mi ha sempre stupita piacevolmente (e in modo intrigante nel finale), il secondo è un vero principe nero impossibile da ammirare.
Non sono solita a salire in cattedra per fare la morale e mi interrogo su quanta parte del mio  giudizio negativo sul libro sia da attribuire alla mia età e al mio essere madre. Dai libri si deve sempre prendere qualcosa di positivo? Questo non lo credo perché  ricordo bene che quando avevo 20 anni e leggevo Breat Easton Ellis non mi pareva importare che il suo "Meno di zero" fosse un romanzo terribile, che fotografava una gioventù allo sbando, priva di valori. Lo trovavo un libro di denuncia, un grande libro, sgradevole, ma necessario. Il libro di Brizzi invece, nella mia maturità, mi sembra solo sgradevole. A questo romanzo manca il guizzo, la grandezza e il protagonista resta in bilico tra un colpevole qualunquismo e un'apparente normalità. Il lettore si sente spaesato e non capisce esattamente cosa voglia comunicare l'autore. Tommaso non suscita nessuna empatia. Non resta nulla di lui, solo il piacere di una mancata immedesimazione. Chissà perché Brizzi ha scelto lui e non Ester (personaggio di ben altra originalità) come io narrante. Forse è un ritratto di quegli anni, una fotografia? Forse c'è qualcosa che non ho capito, forse sono un'idealista che cerca sempre il sugo della storia e invece, come dice Twain, andrei fucilata. Forse. Come scrive la Dorrestein (di nuovo lei) "speri sempre di capirci qualcosa, di leggere oltre la storia, di imparare. Non è forse uno dei motivi per i quali leggiamo romanzi? Speriamo che ci rendano persone più complete."
Al massimo ora sono una persona più informata: su quello che accade in curva allo stadio, sui vari tipi di droghe, su alcuni atti di bullismo che si possono verificare....
In sostanza il libro non mi è piaciuto, ma continuerò comunque a leggere i libri di Brizzi. Non si perde l'amore nei confronti di un autore per un unico passo falso e sono certa che torneranno le belle pagine alle quali ci aveva abituato con "Il matrimonio di mio fratello", a mio parere uno dei libri più significativi di questo decennio.
Ringrazio Unilibro per avermi inviato la copia di questo controverso romanzo. Se desiderate acquistarlo, cliccando sul tasto qui sotto verrete reindirizzati direttamente. A fine lettura gli argomenti di discussione certo non mancheranno.
Ed ora io vado a scoprire cosa può aver scritto La libreria di Tessa. Venite con me?


Commenti

  1. Ciao Lea, letto entrambe le Vs precise considerazioni e vi ringrazio, perchè a settembre l'autore è a PnLegge e quindi volevo leggere questo suo romanzo.
    Ma considerata anche la mole del volume e quanto avete scritto, lascio perdere.
    Direi che proprio non mi interesserebbe, da come avete descritto soprattutto la fase post-infanzia.
    Invece bellissimo tu stia leggendo la Dorrestein 😆 che io ho in predicato (x la foto in copertina!!) e che mi aveva attirata x la trama è x le vicissitudini dell'autrice.
    Ora più che mai devo leggere questo romanzo 😉
    Buon inizio settimana, ciao!

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    1. Ciao Marina, di Brizzi puoi comunque leggere l' altro romanzo che è stupendo. A Pordenone io vado ad ascoltarlo lo stesso! È pur sempre uno dei miei scrittori preferiti. Per la Dorrestein stai tranquilla: te lo presto appena rientro. Baci

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  2. Da quel che ho capito Brizzi ha voluto riprendere un po' di Arancia Meccanica e metterlo in questo libro. Perché tutto nasce dalla noia che porta i protagonisti a fare cose nefande e nefaste senza pentirsi mai.

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    1. Giusta analisi. Però è un peccato perché l' autore ha ben altre capacità.

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  3. .. Più leggo la tua recensione, più mi piace. Ed è incredibile quanto il nostro pensiero sia simile, pur espresso con parole diverse (a parte quel "guizzo" che ci unisce!). Alla prossima!

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  4. trovo che a questo libro manchi proprio una storia. Peccato perchè Brizzi scrive bene, ma non basta

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