I nostri cuori perduti - Celeste Ng

 

Trama: Bird è un ragazzino di dodici anni che vive a Cambridge, Massachusetts, con suo padre, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. Sua madre, Margaret, una poetessa di origini cinesi, li ha abbandonati quando lui aveva solo nove anni in circostanze misteriose, dopo che una sua poesia è diventata il manifesto dei dissidenti contro le leggi in vigore. Leggi autoritarie, volte a preservare "la cultura e le tradizioni americane", a bandire i libri o le forme d'arte non allineati, e a "ricollocare" i figli dei soggetti sovversivi. In questo clima di paura, Bird sa che non deve fare domande; è cresciuto rinnegando sua madre e le sue poesie, ma quando riceve una lettera al cui interno c'è un foglio cosparso di minuscoli gatti disegnati, capisce che si tratta proprio di un suo messaggio in codice. Inizia così l'affannosa ricerca per ritrovarla. Partendo dalle storie che lei gli raccontava da piccolo, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, Bird approda a New York, dove un estremo atto rivoluzionario può cambiare il futuro per sempre. Come Il racconto dell'Ancella, 1984 e Fahrenheit 451, I nostri cuori perduti è una metafora magnifica e struggente di come le comunità all'apparenza avanzate ignorino l'ingiustizia più palese. Un perfetto capolavoro distopico, che racconta il coraggio di vivere in tempi bui con il cuore intatto. E un testamento prezioso sul potere intramontabile dell'amore, della letteratura e della speranza.

Titolo: I nostri cuori perduti
Autore: Celeste Ng
Casa editrice: Mondadori
Anno pubblicazione: 2022
Pagine: 348



Ogni tanto, anche se sempre meno spesso, di sera impongo a me stessa l'abbandono del divano e del libro o dell'ultima serie Netflix e mi pianto davanti al pc, per scrivere il mio messaggio in bottiglia con la speranza che arrivi a qualcuno. Di questo libro ho l'obbligo morale di parlarvi, non solo perché è un bel libro, ma perché è un libro da contrabbandare. In piena luce, ovviamente, visto che nessuno ha più tempo di leggere, ma cercano tutti il riassunto dei propri pensieri sui social, serviti pronti e disinnescati, violenti e al contempo innocui. Celeste Ng ci consegna un testimone da far girare, da leggere e meditare, prima nel silenzio e poi da rielaborare nel modo che ad ogni persona risulterà più congeniale. Ed io sono qui nel mio doppio ruolo, di lettrice e bibliotecaria, per mettere nelle vostre mani un dubbio, una domanda e un'inquietudine sulla quale riflettere.
Chiamiamo la trama distopica se vogliamo, ma il mondo che ci descrive l'autrice può sembrare quello degli imminenti anni che stanno per arrivare. Non è distopico, ma fin troppo vicino e possibile,
Negli Stati Uniti in cui vive Bird, giovane protagonista di appena 12 anni, dopo una grande Crisi economica, sono stati istituiti i PACT (Preserving American Culture and Tradition):

L'unità aveva bisogno di un nemico comune. Un contenitore in cui raccogliere tutta la loro rabbia; un fantoccio che impersonasse di volta i volta tutte le loro peggiori paure


In uno stato divenuto di fatto di polizia il nemico è impersonato dalle persone di origine asiatica.  La Crisi viene imputata alla Cina e alla sua egemonia economica e tutte le persone dai tratti orientali sono sorvegliati speciali: la loro fede nei PACT deve essere assoluta, altrimenti rischiano di essere incarcerati e che i proprio figli vengano loro sottratti e ricollocati in altre famiglie. Stesso destino per i figli di chi dubita, di chi dichiara o lascia solo intendere che lo stato attuale delle cose sia antidemocratico. Ultimamente, a proposito delle elezioni di casa nostra condite da varie considerazioni, ho letto una frase che mi ha fatta riflettere, ossia che la democrazia non si misura dal consenso, ma da come viene gestito il dissenso. Sembrerebbe ovvio, ma non lo è. Il dissenso non viene spesso gestito con la forza con la giustificazione che siamo in uno stato d'eccezione? Io stessa a questo proposito sto riflettendo sul passato recente per analizzarlo con maggior freddezza, cercando maggior obiettività. Non è facile.

Tornando al libro Bird vive solo con il padre in quanto la madre, Margaret Miu di origini asiatiche, se ne è andata tre anni prima e sembra sia a capo di un movimento di resistenza, che organizza dei piccoli atti di contestazione, pacifici, ma molto d'effetto. Parliamo di guerrilla art, altro motivo per il quale questo romanzo mi ha lasciata con il fiato sospeso. All'interno della storia, in un ruolo non secondario,  ci sono anche i bibliotecari che 

E' parte del nostro lavoro, sai: ci occupiamo di informazioni. Le raccogliamo. Le conserviamo. Aiutiamo le persone a trovare quello di cui hanno bisogno. Noi cerchiamo solo di tenere traccia di tutto. 

Presto Bird intraprenderà un viaggio e seguiremo a ritroso nel tempo le vicende di sua madre fino ad arrivare ad un punto di congiunzione delle due storie e il ritmo si farà incalzante e ci terrà con il fiato sospeso. Nel frattempo avremo modo di assistere a molti episodi di delazione, violenza e crudeltà che vengono perpetrati da una parte della popolazione nei confronti di altre persone, senza la minima scalfittura, senza che il loro sistema di valori ne venga compromesso. E' agghiacciante e per farcelo comprendere l'autrice, senza dover indugiare in scene forti, metta a nudo la totale assuefazione acritica ad un sistema. Mi preme sottolineare il fatto che Margaret Miu sia una poetessa, la cui raccolta "I nostri cuori perduti", senza che nemmeno lei lo volesse e ne fosse consapevole, è diventate la voce della protesta e l'emblema del dissenso. Allo stato di polizia si può rispondere con la poesia? Il contrasto parla da solo, ci colpisce una volta di più che le parole, di pace e di amore, possano rappresentare l'unica arma efficace per opporsi ad una semi-dittatura. (Interessante a questo proposito la nota finale dell'autrice da leggere e rileggere)

Il finale è doloroso e semplicemente meraviglioso e ti fa sciogliere in un pianto liberatorio. Non ci sono sconti o consolazioni che sfuggano al realismo della narrazione, solo una grandissima fede nelle storie, nel potere della memoria, nella possibilità di interiorizzare dentro di noi la testimonianza di ciò che è stato. Incarnare il verbo, farlo diventare voce. Creare una biblioteca di libri viventi.

A questo romanzo io attribuisco il voto più alto perché è monito e racconto, sofferenza e speranza. 

Ascolta. Da qualche parte, là fuori, dire finalmente agli altri: Sentite, quello che sta succedendo non va bene.

 







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