C'era due volte - Franck Thilliez



 Titolo: C'era due volte • Autore: Franck Thilliez • Editore: Fazi • N.pagine: 491 • Data di pubblicazione: 4 novembre 2021 • Copertina flessibile € 18,50 • Ebook € 9,99

TRAMA

Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve...
C'era due volte... un lettore preso per il c..o!
Sì, perché questa è la seconda volta che arrivata a girare l'ultima pagina mi ritrovo a scervellarmi per cercare di capire cosa intenda il buon Thilliez con l'ultima maledetta frase; e se la volta scorsa si trattava solo di decodificarla, cosa che mi è riuscita abbastanza facilmente, stavolta l'autore gioca apertamente con il lettore in una nota a fine romanzo (da leggere SOLO alla fine), consegnandogli ben tre (o forse più) enigmi da risolvere.

Ma andiamo con ordine.

Gabriel Moscato è un detective, un marito, un padre, la cui vita subisce un colpo quando la figlia  diciassettenne scompare nel nulla. Le indagini vengono condotte dal suo collega, nonché padre della migliore amica della figlia, Paul. Gabriel non può lasciare nulla di intentato, quindi parallelamente conduce delle ricerche personali, partendo dall'albergo in cui la figlia ha lavorato poco tempo prima di scomparire nel nulla.
Decide di pagare una stanza per poter consultare tranquillamente tutti i registri, si addormenta e quando si sveglia mancano all'appello ben dodici anni di vita. Già, si addormenta nel 2008 e si risveglia nel 2020 (senza pandemia). Questo buco temporale ha un nome: amnesia psicogena atipica.
Perciò Gabriel si ritrova non solo a ricominciare ad indagare sulla scomparsa mai risolta della figlia, ma anche a dover ricostruire gli ultimi anni della sua vita. 

La prima parte del romanzo scorre placidamente, ma tu, lettore, che sai di avere tra le mani gli scritti di un individuo contorto e cervellotico, non puoi star sereno, e mentre leggi cerchi di annotare tutto quello che può essere utile alla soluzione del caso.
AH AH AH, povero illuso! A metà libro arriva la prima botta (già anticipata anche nell'aletta) con un collegamento esplicito al suo precedente romanzo "Il manoscritto". Da quel momento inizia un viaggio nel viaggio, una ricerca di riferimenti non espliciti e una lettura volta a cogliere ogni più piccolo indizio.

C'era due volte è legato a doppio (triplo, quadruplo) filo a Il Manoscritto: amnesia, ragazze scomparse, fenomeni strani, sono solo collegamenti immediati, ma in realtà i due romanzi ballano uno con l'altro una danza macabra e ansiogena in un continuo gioco di specchi.
A mio avviso, alcuni collegamenti sono un po' forzati, alcuni elementi non necessari all'economia del romanzo, ma con Thilliez non si può mai dire di aver compreso cosa voleva comunicare.

Attraverso capitoli brevi, in un crescendo di tensione e un alternarsi di momenti d'ansia e scene forti e  crude, si arriva al gran finale, comprensibile e appagante, ma è qui che Thilliez si rivela, attraverso una nota a fine pagina, scritta, non a caso, a rovescio.

NON LEGGETELA PRIMA DI ESSERE ARRIVATI ALLA FINE, perché vi rovinereste una grossa parte del divertimento, e poi seguite il filo che vi viene teso. Fatto? Ok, ora potete imprecare!

Ammetto, non senza un filo di fastidio, di non essere riuscita a risolvere l'enigma più importante e, confrontandomi con altri lettori, ho la magra consolazione di non essere l'unica. Ho fatto congetture che in alcune parti collimano e in altre fanno acqua, ma ravviso la necessità, impellente, di un terzo romanzo che chiuda il cerchio e dia le risposte che noi lettori meritiamo.

Nonostante C'era due volte sia un romanzo godibile anche da solo, se non lo avete ancora letto, vi consiglio di partire da Il manoscritto, per poter godere a pieno del gioco narrativo costruito da Thilliez e poter imprecare a ragion veduta contro di lui.
Ora non mi resta che attendere la notizia dell'uscita del terzo capitolo che spero verrà (oltre che pubblicato) corredato di una buona dose di Xanax o di un coupon per una seduta psichiatrica.

Per giocare alla Thilliez, vi dico 

(che solo così) "L'epilogo giusto, geniale, esemplare, troppo esaltante, lo otterremo"

(e a questa ci arriverete solo se avrete letto Il manoscritto)







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