I quaderni botanici di Madame Lucie - Mélissa Da Costa

 


Titolo: I quaderni botanici di Madame Lucie • Autrice: Mélissa Da Costa • Traduttrice: Elena Cappellini • Editore: Rizzoli • Data di pubblicazione: 6 aprile 2021 • N.pagine: 295 • Copertina flessibile € 18,00 • Ebook € 9,99 

TRAMA: Fuori è l'estate luminosa e insopportabile di luglio quando Amande Luzin, trent'anni, entra per la prima volta nella casa che ha affittato nelle campagne francesi dell'Auvergne. Ad accoglierla, come una benedizione, trova finestre sbarrate, buio, silenzio; un rifugio. È qui, lontano da tutti, che ha deciso di nascondersi dopo la morte improvvisa di suo marito e della bambina che portava in grembo. Fuori è l'estate ma Amande non la guarda, non apre mai le imposte. Non vuole più, nella sua vita, l'interferenza della luce. Finché, in uno di quei giorni tutti uguali, ovattati e spenti, trova alcuni strani appunti lasciati lì dalla vecchia proprietaria, Madame Lucie: su agende e calendari, scritte in una bella grafia tonda, ci sono semplici e dettagliate indicazioni per la cura del giardino, una specie di lunario fatto in casa. La terra è lì, appena oltre la porta, abbandonata e incolta. Amande è una giovane donna di città, che non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure suo malgrado si trova a cedere; interra il primo seme, vedrà spuntare un germoglio: nella palude del suo dolore, una piccola, fragrante, promessa di futuro.

Lea: Solitamente io e Stefi non leggiamo gli stessi libri. I motivi sono molteplici: interessi che differiscono, la volontà di diversificare le recensioni e non ultimo un tacito codice cavalleresco per il quale se una delle due palesa di voler leggere un certo libro se ne aggiudica per prima il diritto di scriverne. I quaderni botanici di Madame Lucie invece ci ha chiamate nello stesso momento e con uguale intensità e a fine lettura è arrivata naturale la decisione di scriverne insieme, perché ad ambedue questo romanzo ha regalato qualcosa. E ci pareva bello condividere questo dono con voi.

Penso che il fulcro di questa storia sia l'elaborazione del lutto. La protagonista Amande ha perso in un solo giorno il marito e la figlia che stava aspettando. Il racconto di quanto le è accaduto è straziante, ma ancora più doloroso è andare a ritroso, alle origini di quello che era stata la nascita di quella serenità e di quell'amore che le vengono strappati brutalmente, nel sangue della perdita.

Stefi: Concordo, il fulcro è l'elaborazione del lutto, e l'autrice è talmente brava a raccontarlo che le sensazioni di Amande diventano le sensazioni del lettore, fin dalle prime battute. Leggendo il primo capitolo, nel quale ci si sente subito catapultati nell'abisso del dolore di Amande, ho percepito il freddo, il buio, il vuoto, dentro di me, per non parlare delle lacrime che ho versato già dalle primissime righe. E quando poi si entra nei ricordi di vita felice la malinconia mi ha presa e accompagnata durante la lettura.

Lea: Io non ho pianto, ma al pari di Stefi sono stata travolta dalla malinconia. Quello che mi ha convinta maggiormente è che in questo libro c'è sì una rinascita, ma il percorso che la contrassegna è lento, meditato, poco appariscente e per niente cinematografico. Dal trasferimento di Amande nella vecchia casa che fu di Madame Lucie, noi insieme a lei iniziamo a riappropriarci di un modo diverso di vivere. Faticoso, ma intenso. Poetico. E' come se tutto ne uscisse amplificato, nitido, come i sentimenti che prendono forma e accompagnano la protagonista.

Stefi: Di questo percorso ho apprezzato i tempi, mai forzati, le piccole conquiste e le ricadute, l'ho trovato un racconto molto realistico. Finalmente un romanzo che narra un percorso tanto intenso senza rimanere superficiale e allo stesso tempo senza risultare pesante come un macigno. Ho apprezzato molto anche il personaggio di Madame Lucie, protagonista tanto quanto Amande nonostante la conosciamo solo attraverso i suoi scritti, che involontariamente le ha indicato il percorso che lei stessa ha intrapreso, la cui dolcezza traspare dalla cura con la quale annotava ogni cosa. 

Lea: Oltre a Madame Lucie, ho apprezzato anche tutti gli altri personaggi secondari, perché il lutto non ha colpito solo Amande, ma anche la famiglia e gli amici del marito e ognuno di loro ha cercato di superare la perdita in modo diverso. Un percorso faticoso che alla fine li conduce tutti nello stesso punto, nel ricordo che si trasfigura e diviene qualcosa di unico. Questo romanzo non si è fermato in superficie come dice Stefi, ma con delicatezza e leggerezza ci ha regalato qualcosa di fragile e prezioso. Mettendo le mani nella terra, ascoltando il silenzio dei propri pensieri la protagonista si evolve e diviene una persona completa che ha interiorizzato gli aspetti migliori delle persone che la vita le ha strappato. A fine libro ho pianto, ma con un sorriso stampato in faccia: quei semi che lei aveva piantato nella terra e che poi sono diventati frutti, ortaggi e fiori in modo diverso sono sbocciati anche nel suo intimo divenendo luce.

Stefi: Hai proprio centrato il punto! I personaggi secondari sono la ciliegina su una torta dolce ma non stucchevole, il cui aroma convince e appaga (strano che io sia riuscita a virare sul cibo, eh?). Questo romanzo è un incentivo a vivere fino in fondo le proprie emozioni, siano esse positive o negative, lasciando andare la parte tossica e trattenendo invece le sensazioni che ci arricchiscono, proprio come fa il seme. È un messaggio di speranza, quello che rimane una volta chiuso il libro, un invito a trasformare il dolore in luce e bellezza, un balsamo per il cuore. 

Lea: e allora cosa aspettiamo Stefania? Il mio balcone e il tuo giardino attendono che venga piantato un nuovo seme. Anche se i libri fanno fiorire soprattutto le idee: Lascia entrare, celebra, condividi e lascia andare. 

Parola di Lea e Stefi



Commenti

Posta un commento