La biblioteca di Parigi - Janet Skeslien Charles

 

 

Trama: Parigi, 1940. I libri sono la luce. Odile non riesce a distogliere lo sguardo dalle parole che campeggiano sulla facciata della biblioteca e che racchiudono tutto quello in cui crede. Finalmente ha realizzato il suo sogno. Finalmente ha trovato lavoro in uno dei luoghi più antichi e prestigiosi del mondo. In quelle sale hanno camminato Edith Wharton ed Ernest Hemingway. Vi è custodita la letteratura mondiale. Quel motto, però, le suscita anche preoccupazione. Perché una nuova guerra è scoppiata. Perché l’invasione nazista non è più un timore, ma una certezza. Odile sa che nei momenti difficili i templi della cultura sono i primi a essere in pericolo: è lì che i nemici credono che si annidi la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Nei libri ci sono parole e concetti proibiti. E devono essere distrutti. Odile non può permettere che questo accada. Deve salvare quelle pagine, in modo che possano nutrire la mente di chi verrà dopo di lei, come già hanno fatto con la sua. E non solo. La biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi: cacciati dalle loro case, tra i libri si sentono al sicuro, e Odile vuole difenderli a ogni costo. Anche se questo significa macchiarsi di una colpa che le stritola il cuore. Una colpa che solo lei conosce. Un segreto che, dopo molto tempo, consegna nelle mani della giovane Lily, perché possa capire il peso delle sue scelte e non dimentichi mai il potere dei libri: luce nelle tenebre, spiraglio di speranza nelle avversità.

 

 

Libri che non ti lasceranno più, recensioni difficili da scrivere per l'impossibilità di dire bene e tutto, con ansia da prestazione. L'obiettivo è convincervi a leggerlo. Le cose belle vanno condivise.



C'è un testo fondamentale per noi bibliotecari, che definisce ogni libro e nelle biblioteche a scaffale aperto (ossia con scaffali accessibili al pubblico) decide anche la collocazione fisica degli stessi. E' la classificazione Decimale Dewey.

028.1 Libri. Recensioni 

940.53 Guerra mondiale 1939-1945

Libertà di pensiero 323.44

Amicizia 177

Biblioteche pubbliche 027.4

Potrei andare avanti a lungo, testo alla mano, a codificare sentimenti, cose e idee, quasi a formare un codice segreto, da riversare poi in bigliettini da far volare nell'aria per lanciare il mio messaggio segreto al mondo. Non escludo di poterlo fare in futuro, ma ora mi preme invece dirvi quanto mi sia piaciuto questo romanzo. Un testo che celebra il potere dei libri e soprattutto la forza delle persone che in momenti particolarmente critici e difficili a loro si sono rivolti, per trarne forza, ispirazione e conforto.

La storia si sviluppa a partire da due piani temporali e luoghi diversi: Parigi 1939 e Froid (Montana) 1983.  A Parigi seguiamo le vicende di Odile, giovane bibliotecaria neo assunta all'American Library, mentre in Montana quelle di Lily un'adolescente affascinata dalla sua vicina di casa francese, per l'appunto sempre Odile che ritroviamo dopo tanti anni lontana dalla Francia, con un'esistenza che immaginiamo a fatica, alla luce di quanto ci viene raccontato di lei durante gli anni della seconda guerra mondiale. Come ci è arrivata in America e soprattutto perché? Nel passato ci addentriamo in una Parigi occupata dai nazisti. Le vicende personali di Odile, le sue amicizie, i suoi affetti più cari, come il fratello Paul detenuto in un campo di prigionia, vanno di pari passo con le difficoltà che in biblioteca vengono affrontate ogni giorno dal personale per garantire la fruibilità dei libri nonostante la censura e le leggi razziali che penalizzano tutti gli utenti di religione ebraica. Un vero bibliotecario non si limita a prestare dei libri, ma li mette in contatto con il lettore giusto, li fa circolare insieme alle idee di cui sono portatori.  Con gli occhi di Odile assistiamo ad una lenta discesa agli inferi: da una Francia libera che combatte il nazismo arriviamo in breve tempo a vedere una nazione occupata, umiliata, asservita almeno di facciata allo stesso. La prospettiva cambia e si capovolge, si fa pressante la mancanza di cibo, un clima di sospetto si insinua tra le persone e le rende meschine e cattive, con lettere anonime che sempre più incalzanti denunciano persone ebree o non in linea con la propaganda. Una bolla d'aria che si restringe sempre più, fino a soffocare tutto, ad imbrattare ogni cosa.

A distanza di anni, in Montana, la giovane Lily in un percorso secondario rispetto a quello ambientato a Parigi, ma con una sua bellezza, maturerà e diventerà donna, guidata dalla stessa Odile fino a quando le due storie si uniranno in una sola e tutto sarà svelato. Forse le scelte, gli errori e i mancati chiarimenti di una troveranno sollievo, una riconciliazione, grazie al futuro incarnato dall'altra. Una storia che prosegue un'altra storia.

Quello che mi ha maggiormente colpita, nella parte ambientata a Parigi, non sono state le azioni degli occupanti, che già conoscevo, ma l'atteggiamento della gente comune che ha voluto approfittare della situazione denunciando persone con leggerezza e crudeltà per guadagnare un appartamento più grande o altri vantaggi veramente risibili se confrontati con l'integrità di un'anima.  Meglio piuttosto concentrare l'attenzione su quanto il libro, che trae ispirazione da quanto fecero veramente i bibliotecari dell'American Library di Parigi durante l'occupazione, esalti i piccoli atti generosi, di gentilezza e cura di chi crede che l'amore per i libri possa sempre unire e rendere migliori.

Un romanzo che mi ha toccata nel profondo,  alimentando la mia convinzione che nel buio più terribile, libri e gentilezza, coraggio e fede possano, sempre, indicare una strada e fare la differenza.

 

Atrum post bellum, ex libris lux


 


 


 


 

 

 


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