Non sono solo - Lisa Thompson

Trama: La luce si nasconde nei posti più inaspettati. anche nel buio più profondo Nate non deve fare domande. Sua madre lo ha buttato giù dal letto in piena notte, per mettersi in viaggio verso chissà dove sotto un diluvio torrenziale. Non ha potuto portare niente con sé. Niente se non la sua torcia, il libro più bello del mondo e i ricordi di ciò da cui lui e la madre stanno fuggendo. Fuggono dal passato. Fuggono da Gary. Lui è l’uomo che ha reso le loro vite un inferno, il patrigno la cui ombra si allunga ancora sulla famiglia come un brutto incubo. Senza fare domande, Nate segue sua madre in un cottage alla periferia del mondo. Vecchio e fatiscente, è il tipico luogo in cui ci si aspetterebbe di trovare un fantasma o sparire nel nulla. Ed è questo che accade alla donna, che improvvisamente svanisce lasciando Nate solo. Solo con la sua torcia, il suo libro, i suoi ricordi, le sue paure. completamente solo. Fino a che non appare Kate, una stramba ragazzina con un buffo berretto in testa, che se ne va in giro nel bosco a scavare buche per completare una misteriosa caccia al tesoro. Nate non ha mai incontrato una così. Non seguirla è impossibile. Non farsi travolgere da quel sorriso anche. Tra un enigma e l’altro, Nate scoprirà che l’amicizia, quella vera, può sconfiggere ogni paura. E forse può cancellare anche i ricordi più bui.

Titolo: Non sono solo
Autore: Lisa Thompson
Casa editrice: Dea Planeta
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 254


Madre e figlio in viaggio nella notte, in fuga da un "patrigno" che in poco tempo ha sconvolto la vita di entrambi, minando alla base ogni loro certezza, inquinando ogni momento. La violenza non è solo quella fisica, ma conosce diverse forme, anche meno evidenti  e infinitamente più subdole. La violenza psicologica rende insicuri, corrode gli affetti, ti mette un bavaglio perché non riesci a capire bene dove finisca una tua responsabilità e dove inizi la follia dell'altro. La madre di Nate dopo esser stata abbandonata dal marito (e padre di Nate) prova a rifarsi una vita con Gary e all'inizio tutto sembra perfetto. Sono tornati ad essere una famiglia, ma le cose prendono una strana piega sin dal primo giorno di convivenza.  Perché Gary si comporta in modo tanto strano e giorno dopo giorno si inventa di tutto per isolarli da tutto e da tutti? Con quel suo sorriso mette il filo spinato intorno ai loro cuori e li fa camminare in punta dei piedi, timorosi di irritarlo per le cose più semplici.
L'autrice ci svela il passato dal quale i due fuggono con salti temporali, tracciando un quadro che spaventa, in un crescendo di tensione che non accenna mai a diminuire. Gary è il male travestito da brava persona, le sue crudeltà angosciano per la loro diabolica semplicità.
Da subito è evidente che la fuga dei due presenta diverse difficoltà:  si rifugiano in un vecchio cottage isolato e dopo la prima notte abbastanza disagevole la mamma esce per andare a rifornirsi di cibo e altre cose indispensabile e non torna. Nate resta da solo nel cottage, ma non può cercare aiuto perché Gary potrebbe rintracciarli e riportarli nell'incubo dal quale sono fuggiti. Nate deve farsi coraggio, aver fiducia nella mamma e aspettare. Nel frattempo si organizza per sopravvivere e il momento è talmente difficile che fa riapparire da suo subconscio quello che era il suo amico immaginario di quando era piccolo. Immaginario, ma molto presente, nonostante l'incredulità di Nate. Evidentemente tensione e solitudine vanno affrontate anche in questo modo perché più passano le ore anche un altro pensiero si insinua nei suoi pensieri. E se la mamma lo avesse abbandonato per tornare da Gary senza la sua ingombrante presenza?
Tra le varie cose Nate deve gestire c'è anche un'invadente vicina di casa, una sua coetanea che non ne vuole sapere di stare a distanza, ma pretende di coinvolgerlo in una caccia al tesoro di tanti anni prima, una caccia al tesoro che si era svolta nella villa vicina al cottage e nel quale aveva perso la vita una bambina.
Tanti sono gli elementi che l'autrice miscela: l'isolamento, la solitudine, il dubbio, la necessità di sopravvivere, il soprannaturale e il ricordo di quanto è invece tanto reale e ancor più spaventoso.
Pur avendo intuito il finale sono rimasta con il fiato sospeso diverse volte, soprattutto nel contemplare la perfetta trappola che Gary era riuscito a costruire intorno a Nate e a sua madre. Il titolo originale è  The Light Jar, che sono quei barattoli che hanno all'interno le luci: un barattolo che la madre aveva regalato a Nate per contrastare la paura del buio e che come prima cosa Gary ha fatto sparire. Un barattolo che rappresenta quella sorta di vita sottovuoto che una mente crudele aveva costruito per loro, quasi una vita sintetica e in cattività. Il barattolo è stato rotto per imprigionare Nate al suo interno, ma verrà ricostruito per illuminare una nuova strada.
Si tratta di un bel  bel romanzo, molto coinvolgente, in grado di parlare di abuso psicologico con grande chiarezza e al contempo delicatezza.
La potenza della letteratura per ragazzi è questa: spiegare in modo semplice e lineare anche le cose più incredibili e dolorose. Se poi vogliamo chiamare "amico immaginario" la nostra capacità di resistere, di superare prove difficili, chiamiamolo pure così, l'importante è che ci tenga stretti quando sentiamo di andare alla deriva.
 
 




 

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