Circe - Madeline Miller


Titolo: Circe • Autore: Madeline Miller • Editore: Sonzogno • Data di pubblicazione: 14 febbraio 2019 • N.pagine: 411 • Copertina flessibile € 19,00 • Ebook € 4,35

TRAMA
Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino - con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché - non più solo maga, ma anche amante e madre - dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.


Ai tempi della scuola (sì, me ne ricordo ancora...non sono ricordi propriamente vividi, ma tant'è) mi appassionavano molto le lezioni sulla mitologia greca, passione che mi sono portata dietro per un po' di anni cercando pubblicazioni o filmati che trattassero i miti greci. Poi con il tempo questa passione è andata scemando e quando ho visto pubblicizzata in ogni dove l'uscita di questo romanzo, confesso di essere stata un po' titubante. Man mano che mi arrivavano feedback, uno più entusiasta dell'altro, da chi lo stava leggendo, la curiosità si è accesa, ma qualcosa mi continuava a frenare. Finché il "consorte Libridinoso" non ha deciso di farmi un regalo (probabilmente per zittire Laura) e il famigerato romanzo è arrivato sulla mia libreria, dove mi ha pazientemente aspettata finora. Ebbene, dopo averlo letto, mi sono data della cretina da sola (non infierite) per non averlo letto prima. 
Madeline Miller ha creato un piccolo gioiellino, riuscendo a far arrivare al lettore una figura, normalmente dipinta in maniera superficiale e negativa, in tutta la sua immortale umanità.
L'autrice è stata in grado di creare un racconto che abbraccia secoli, come se fossero un soffio, e con una narrazione scorrevole e coinvolgente ha saputo ricreare ambientazioni fedeli, raccontare di ire divine addentrandosi nelle dinamiche del mondo degli Dei, il tutto narrato non da una fredda visione esterna,  ma dalla voce carica di sentimento di Circe. 
Ed è proprio questa, a mio avviso, la forza di questo romanzo, e cioè l'aver filtrato ogni accadimento da un sentimento di connotazione compassionevole, il sentimento di una donna che ha subito l'emarginazione in famiglia, l'esilio per aver ceduto ad una passione così umana come la gelosia, che ha amato i mortali più di se stessa, come nessun'altra divinità.
La storia di Circe è segnata dal disprezzo che la sua famiglia nutre per lei, riassumibile nelle parole che la madre usa per descriverla 
"Circe è ottusa come una pietra. Circe possiede meno acume della nuda terra. I capelli di Circe sono arruffati come i peli di un cane. Se solo sento ancora una volta quella sua voce gracile. Di tutti i nostri figli, perché doveva restarci proprio lei? Non la vorrà mai nessuno."

La sua sensibilità la porta a comprendere le ragioni di Prometeo, condannato a torture eterne per aver donato il fuoco ai mortali, e a farle sue, provando un'empatia spesso dolorosa. 
Una volta condannata all'esilio, vive la sua nuova condizione quasi come una liberazione, concentrandosi nello sviluppare la sua magia, che scopre a poco a poco con non poche fatiche
"Lasciate che vi dica cosa non è la magia: non è un potere divino che sgorga con un pensiero e un batter d'occhi. La magia dev'essere creata e plasmata, pianificata e investigata, estratta, essiccata, sminuzzata e macinata, bollita, evocata con parole recitate e cantate. E ancora, può fallire, come agli dèi invece non succede."
Circe è conosciuta come la maga che trasformava gli uomini in porci, ma non ci si interroga mai sulle motivazioni che potrebbero averla spinta ad adottare questa pratica: l'episodio in cui ci viene narrata la prima volta in cui accade è quanto di più tragico e doloroso una donna possa sperimentare.
Anche il tanto narrato incontro con Ulisse è qui rappresentato in un modo completamente nuovo, attraverso gli occhi di una donna che ben poco ha di divino, una donna che si rivela in tutta la sua fragilità e vulnerabilità, nonostante abbia alle spalle esperienze di vita centenarie. Ulisse stesso non viene dipinto come l'eroe epico che conosciamo, ma ci viene mostrato anche il suo lato umano, le sue debolezze e i suoi aspetti meno amabili.

Il racconto non si ferma all'abbandono di Ulisse, ma prosegue rendendoci anche le figure di Penelope e Telemaco non solo per il loro ruolo di moglie e figlio di Ulisse e la loro eroica resistenza, quanto piuttosto attraverso i sentimenti suscitati in loro da tutto ciò che è accaduto e dalle conseguenze che ne sono derivate.
Il lettore percepisce chiaramente il senso di frustrazione di una donna che sente gravare sulle spalle il peso dell'immortalità, di una madre che prova l'impotenza nel sapere di non poter proteggere completamente il proprio figlio, ma anche la grande forza di volontà e il senso di potenza di una donna che lotta sola contro tutti.
Un libro che è ben più di un romanzo epico, ma un libro difficile da catalogare per la ricchezza dei suoi contenuti. Un libro che consiglio a tutti, sia che amiate la mitologia, sia che questa vi lasci indifferenti, perché Circe è prima di tutto la storia di una donna straordinaria.




Commenti

  1. Mi hai ricordato che ho La canzone di Achille in attesa sul comodino. Mi ispira più Circe, ma... No, il senso del dovere mi dice di conoscere l'autrice prima con l'altro. :)

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    1. Da quanto mi dicono le persone che li hanno letti entrambi, La canzone di Achille è un po' meno coinvolgente. Però al posto tuo farei la stessa scelta ;)

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  2. Non l'ho amato particolarmente, anche se ritengo che sia un libro notevole (stilisticamente e concettualmente parlando). Difficilmente mi lascerò tentare da altri titoli scritti dall'autrice (temo che la mitologia greca non sia proprio il mio forte), ma sono contenta di aver letto per lo meno questo! ^____^

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    1. Se la mitologia non ti attira, effettivamente questa lettura perde un bel po' di fascino, fortunatamente è scritto molto bene e si nota la grande ricerca che sta dietro alla scrittura

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  3. Su questo libro ho letto opinioni contrastanti ma, per quanto io ami la mitologia, al momento non mi ispira.

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    1. Magari ti chiamerà più in là o forse mai. Fortunatamente i libri non scadono e non si offendono ;)

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