[Questa volta leggo #5] Divorare il cielo - Paolo Giordano

Trama: La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.
Titolo: Divorare il cielo
Autore: Paolo Giordano
Casa editrice: Einaudi
Anno Pubblicazione: 2018
Pagine: 430

E' il momento della rubrica Questa volta leggo ideata e pensata da Laura La Libridinosa , da Chiara La lettrice sulle nuvole  e da Dolci de  Le mie ossessioni librose. L'argomento scelto per il mese di giugno è un libro con più di 300 pagine.  Dopo aver inizialmente scelto un  libro per ragazzi, superate le prime 100 pagine ho gettato tutto all'aria e mi sono messa a leggere Divorare il cielo di Paolo Giordano. Non ho potuto resistere al suo richiamo e ne sono stata ricompensata.


La lettura di un libro di Paolo Giordano porta sempre con sé una dose di dolore, addolcito dalla malinconia. Con una prosa precisa e puntuale arriva a raccontare storie che hanno il potere di intrappolare il lettore al loro interno. Storie che magari il lettore non ha vissuto in prima persona, ma che comunque rimandano a qualcosa, un ricordo, una tristezza, un situazione passata, ma non dimenticata.
L'autore, che mi ha definitivamente conquistata con "Il nero e l'argento", con questo libro mi ha tenuta sospesa e in ansia per tre giorni. Le oltre 400 pagine sono state un viaggio che ho percorso veloce, con il desiderio di spingermi più avanti, di scoprire fino in fondo i sentimenti e i pensieri di Bern, il protagonista maschile. In realtà tutta la vicenda ruota intorno a tre ragazzi Bern, Tommaso e Nicola che non sono fratelli, ma hanno vincoli indissolubili, ognuno con dentro un difetto di origine. Tre non è un numero perfetto e ogni cosa sembra gravitare intorno al carismatico Bern e a girare come falena attratta dalla luce è anche Teresa, che di lui è innamorata.
Teresa vive a Torino, ma ogni estate scende in Puglia con il padre per trascorrere le vacanze nella casa della nonna. Un'estate che la trova alle soglie dell'adolescenza verrà stravolta dall'incontro con i tre ragazzi che vivono in una masseria vicina. L'intera sua esistenza ne rimarrà condizionata e all'amore per un uomo subentrerà anche un legame che non si può spezzare con una terra, la campagna pugliese, che qui è un'entità che respira e palpita.  Dopo essersi persi e ritrovati, sotto la guida di Danco, leader saccente e fintamente democratico,  Bern, Teresa e Tommaso insieme ad altre due ragazze, vivranno un'utopia hippie in una sorta di comune occupata abusivamente, che altro non è che la vecchia masseria dei tre ragazzi oramai abbandonata dopo accadimenti e vicende che il lettore avrà modo di scoprire, un po' alla volta.
Questo romanzo è un puzzle che si compone e che alla fine non svela l'immagine d'insieme. La sua poesia è intrappolata nell'indicibile, nel mistero alchemico che si cela nei rapporti umani.  Resta senza una soddisfacente interpretazione l'animo di Bern, il diverso sentire di Nicola, il vero sentimento di Tommaso. Tutto sembra nascondersi in una perdita dolorosa della quale Teresa non è stata informata, in un patto a tre che poteva portare solo alla dannazione. E' un romanzo complesso nel senso migliore del termine, brulicante di vita e di passione, scritto non per dare delle risposte, ma per aiutarci a formulare delle domande o forse solo per regalarci un affresco potente di una generazione. Alla fine, fragile e solida al contempo, nel cuore del lettore e sicuramente nel mio resta Teresa, quasi a sottolineare che vi è una grandezza anche nel portare avanti la vita di tutti giorni, nell'accettare ciò che stato e darsi pace.
Un libro che merita di essere letto e che non può lasciare indifferenti. Paolo Giordano a mio parere resta un punto fermo della nostra narrativa italiana contemporanea.





Vi lascio il calendario di tutti gli appuntamenti di questa rubrica programmati per il mese di giugno:


 

Commenti

  1. io non so davvero se questo sia un libro adatto a me. è vero ne sento parlare benissimo, ma nonostante ciò al momento non sono convinta di riuscire ad apprezzarlo.

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  2. Ho amato La solitudine dei numeri primi, questo mi incuriosisce molto

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  3. Felice che sia finalmente arrivato il turono di Paolo sul blog, ma soprattutto di Bern e Teresa. Come sai, l'ho adorato. E non pensavo.

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  4. Bello, ce lo siamo già dette, con quella malinconia che pervade le pagine. Mi piacciono tanto le parole che hai scritto per Teresa: l'hai fotografata. Complimenti!

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  5. Come già sai, lo leggerò prima o poi.
    Bella recensione, Lea :)

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  6. Io ho letto La solitudine dei numeri primi e ho provato angoscia per tutto il libro, questo nuovo lavoro in spaventa

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    1. Non è un autore che ti porta ad essere serena. Magari dopo averlo letto passi a qualcosa che ti risollevi l'umore.:-)

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  7. Bella recensione, ma come mi mancano quelle che scrivevi usando la pancia!

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    1. Il passato è alle spalle, per il momento questo è il modo di scrivere. Magari l'estate porterà maggior leggerezza.

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  8. Mai letto nulla di Paolo Giordano e devo dirti che questa sua ultima opera mi spaventa... per ora ho letto solo recensioni positive quindi sono qua di tentata! Metto in wishlist poi vedremo... baci Rosa

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  9. Non ho mai letto niente di Giordano dopo che mi hanno terrorizzata con La solitudine dei numeri primi. Ho la sensazione, a pelle, che non saprei apprezzarlo come si deve.

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    1. Però sempre meglio verificare di persona!
      Mi sai dire perché è così difficile commentare i tuoi post? è già due volte che ci provo.
      Ciao Rosaria

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  10. ho sentito parlare molto di questo libro tanto che l'ho aggiunto alla mia Wish List. Peccato che sia lunghissima!

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  11. Ciao Lea,
    devo ammettere che di questo autore non ho mai letto nulla, questa tua recensione però mi incuriosisce perciò vedrò di rimediare :)

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    1. Il mio preferito forse resta Il nero e l'argento, anche se il mio libraio di fiducia lo giudica il più costruito di tutti.
      Mi resta da leggere Il corpo umano.

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  12. Onestamente non credo che le atmosfere di Giordano siano adatte a me o alla me di questo periodo. Però la tua recensione mi piace molto. Magari fra un po'....

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    1. Ciao Cristina, se il tuo periodo è un po'faticoso effettivamente attendi un po'.

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  13. Devo ammettere che non ho ancora letto nulla di questo autore, ma non credo che questo sia il libro ideale con cui iniziare. Non per il momento, almeno.

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  14. Devo recuperare questa storia mi ispira molto e adesso ancora di più

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  15. Non ho ancora letto niente di Giordano (lo so, lo so, avrei dovuto!) ma quasi quasi... sai che ti dico? Inizio proprio da qui!

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  16. Risposte
    1. Sarà tuo allora! In biblioteca ho la lista di prenotazioni per questo libro.

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  17. Vedo questo libro in giro, ovunque, ma non so se sia il mio genere.

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    1. Forse no. Però allo stesso tempo ogni tanto è bello uscire dalla comfort zone.

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  18. Risposte
    1. Giordano lo è sempre! (Ed è pure bello...non gli manca nulla)

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  19. Non ho mai letto nulla di Giordano ma le tue parole mi invogliano. Un romanzo che sicuramente incuriosisce!

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