Morte di un antiquario - Paolo Regina

Oggi vi parlo del romanzo d'esordio di Paolo Regina, un giallo/noir dalla copertina bellissima, che oltre alla storia investigativa racchiude anche dell'altro.

Titolo: Morte di un antiquario • Autore: Paolo Regina • Editore: SEM • N.pagine: 234 • Anno di pubblicazione: 2018 • Copertina flessibile € 16,00 • Ebook € 7,99

TRAMA
Che cosa distingue l'antiquario dal semplice collezionista? Il gusto della ricerca tra le cose dimenticate alla scoperta dell'oggetto unico e magari irripetibile, prezioso. Ma anche la suggestione per il mistero che avvolge gli oggetti perduti e poi ritrovati: da dove vengono, chi li ha posseduti, quanta passione o dolore hanno 'visto'. Testimoni muti delle vite passate, gli oggetti antichi attraversano il corso del tempo con il loro carico di segreti. Uber Montanari, tra tutti gli antiquari, è il più solitario, il più geloso delle scoperte che ha fatto, il più misterioso. Quando viene ritrovato cadavere nella sua bottega, a Ferrara, in molti si domandano quali tesori siano all'inizio della sua sventura. Gaetano De Nittis è un brillante capitano del Corpo più 'odiato' d'Italia: la Guardia di Finanza. D'origine pugliese, da poco trasferito a Ferrara, ama la buona cucina, cioè solo quella della sua terra, e odia l'agrodolce estense. Ha poco tempo libero e lo dedica tutto alla sua vera passione: la chitarra e lo stile blues del grande B.B. King, il suo idolo. È lui a scoprire, durante un'indagine di routine, il corpo di Montanari, l'antiquario dalla personalità ambigua, protetto da esponenti dell'alta borghesia ferrarese con cui aveva rapporti d'affari non sempre limpidi. Tra i molti segreti di questa vicenda, raccontata con calibrata maestria da Paolo Regina, il primo sta proprio nella vita dell'antiquario, coltissimo e misantropo, e nel suo insaziabile desiderio di collezionare opere d'arte proibite.



Come vi accennavo, oltre alla storia investigativa questo romanzo racchiude un'attenta analisi della vita di provincia, uno spaccato dei meccanismi che regolano alleanze, amicizie e contrasti propri delle cittadine del Nord-Est. Nello specifico si parla di Ferrara, città che l'autore conosce molto bene, essendo la città in cui vive, ma da nativa trevigiana posso confermare che le dinamiche nella mia città natale sono pressoché identiche.



"Qui al massimo interveniamo per qualche rissa o perché un immigrato fa accattonaggio molesto al parcheggio della Coop o per lo spaccio di droga alla stazione. Neanche i delitti passionali ci sono, che in questa città le corna sono un evento comune che colpisce tutti, come la bronchite d'inverno."


La storia prende il via con il rinvenimento, ad opera del capitano Gaetano De Nittis, del cadavere di Uber Montanari, anziano antiquario molto conosciuto in città, impiccatosi nel suo retrobottega. Prima del ritrovamento De Nittis stava coordinando una serie di indagini fiscali a carico dell'antiquario, essendo lui un appartenente del famigerato Corpo della Guardia di Finanza, i signori in grigio che tante antipatie attirano su di loro. 
A nessuno piace essere oggetto delle loro attenzioni, anche se in questo caso si riveleranno essere attenzioni provvidenziali. Il nostro De Nittis, pugliese trapiantato al nord con qualche difficoltà di adattamento, soprattutto culinario (proverbiale la sua avversione per i cappellacci), possiede il fiuto dell'investigatore e la chiusura frettolosa del caso dell'antiquario archiviato come suicidio, non lo convince per niente.
Andando contro il parere del Capitano dei Carabinieri che pare voler chiudere in fretta e furia il caso, De Nittis riesce a farsi autorizzare la conclusione degli accertamenti fiscali già avviati, ma non si limita a scartabellare fatture e contratti, avviando una vera e propria indagine sotterranea che lo porterà ad inoltrarsi nell'ambiente delle opere d'arte cosiddette "patrimonio universale" ritrovandosi invischiato in un pantano che si rivelerà essere sempre più fondo man mano che ci si addentra.
De Nittis è un uomo sensibile e solitario, al quale a volte basta uno sguardo per capire chi ha di fronte.

"Io riesco a sentire il dolore nelle persone. È una frazione di secondo, un'intonazione diversa, un soffermarsi dello sguardo. Un attimo, ma lo sento."

È sensibile anche al fascino femminile, il nostro Gaetano, al quale si abbandona per brevi momenti, per poi archiviarli dentro ad una "botola"  che inevitabilmente si chiude sopra ad ogni possibilità di futuro.
Fino all'incontro con un "profumo di fragole e more. Forse gelsi rossi." profumo che lascio al lettore scoprire con la lettura di questo romanzo.
Tra incursioni nella campagna nebbiosa, improbabili sedute spiritiche e battibecchi tra finanzieri, carabinieri e giornalisti, si snoda questa vicenda che personalmente avrei preferito dal ritmo più serrato, perché a volte mi è mancato lo stimolo per continuare la lettura, ma che effettivamente si rifà all'impostazione del giallo classico. In conclusione una buona prova d'esordio per un autore da tenere d'occhio e una lettura piacevole, perfetta per questo periodo dell'anno.
Ringrazio la Casa Editrice per la copia cartacea.


Commenti

  1. Ciao Stefania, effettivamente la copertina è bella.
    Mi frenerebbe un po' il tuo dire che a volte è mancato un po' lo stimolo a proseguire...
    Ci penso 😉
    In ogni caso, oltre alla copertina,anche Ferrara è molto bella...
    Ciao e buon fine settimana 🤗 Marina

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    Risposte
    1. Ciao Marina e benritrovata!
      La mi prudenza è data dal fatto che ha i ritmi di un giallo classico, senza particolari picchi di pathos. Su Ferrara concordo, non a caso viene appellata "La bella"
      Bacio e buona settimana a te

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