Pulvis et umbra - Antonio Manzini


TRAMA
In "Pulvis et umbra" due trame si svolgono in parallelo. Ad Aosta si trova il cadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore annusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto. L'indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed esistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e di vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. E proprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre l'agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino solitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza con cui si protegge è sfidata da un po' di umanità intorno, le indagini lo sospingono a lottare contro le sue ombre. Tenta di afferrarle e gli sembra che si trasformino in polvere. La polvere che lascia ogni tradimento.

Titolo: Pulvis et umbra • Autore: Antonio Manzini • Editore: Sellerio • N. pagine: 403 • Data di pubblicazione: 31 agosto 2017 • Copertina flessibile € 15,00 • Ebook € 9,99


Lo aspettavo da un anno, nell'attesa mi ha intrattenuta la serie tv con un Marco Giallini perfetto nel ruolo di Rocco Schiavone, e finalmente è uscito il nuovo romanzo di Antonio Manzini, un altro pezzo di vita di Rocco Schiavone. 
Leggerlo è stato un po' come tornare a casa, come ritrovare dei vecchi amici che non si vedono da un po' ma che hanno dimora fissa nel nostro cuore e nei nostri pensieri. 
Durante la lettura mi sono soffermata a pensare che siamo giunti già al sesto romanzo, settimo contando anche i racconti, senza che l'interesse sia calato di un grammo...un millimetro...quale che sia l'unità di misura dell'interesse, ci siamo capiti. Ho pensato anche che potrei leggerne altri dieci in fila senza stancarmi o perdere entusiasmo. Perché a casa, tra amici, si sta bene sempre.
Questa volta il nostro Rocco è messo a dura prova dagli eventi, che lo vedono affrontare due casi distinti: il primo ad Aosta dove viene rinvenuto il cadavere di un trans riverso nelle acque della Dora. Le indagini si rivelano da subito ostiche: l'appartamento dove la donna viveva è stato svuotato e ripulito e nessuno dei condomini ha visto nè sentito niente. Parallelamente, a Roma viene rinvenuto il cadavere di un uomo senza documenti, ma con in tasca un biglietto riportante il numero di telefono del vicequestore Schiavone. Un uomo che lui non ha mai visto e del quale non sa nulla. Come ha avuto quel numero? Perché ce l'aveva addosso pur non avendo nessun effetto personale? Si tratta di un espediente per incastrare Schiavone, una sorta di avvertimento?
A questo si aggiunge la sparizione di Sebastiano, il suo amico storico, che da giorni non risponde al telefono. Quando Rocco decide di recarsi a Roma per venire a capo di questi misteri si ritrova tra le mani un intreccio difficile da dipanare.
Pulvis et umbra: le ombre del passato che Rocco insegue e i grumi di polvere che si ritrova a stringere tra le mani, in un romanzo particolarmente malinconico e cupo, dove il suo bisogno di calore trova corrispondenza nell'abbraccio di Lupa, la suo fedele quattrozampe, e nel bisogno di Gabriele, il vicino adolescente, di un consiglio, un abbraccio, un porto sicuro. Magari anche nell'abbozzo di un sentimento un po' più forte dell'amicizia, anche se lasciarsi andare fa paura.
Poi c'è Marina, sempre meno presente, sempre più criptica.
E poi ci sono i suoi amici storici, quelli di Roma, c'è la squadra di Aosta, su tutti D'Intino e Deruta, gli Stanlio e Ollio di Aosta e  Italo e Caterina che pian piano sono sempre meno colleghi e sempre più famiglia. Rocco però una nota stonata la sente e seguendo i suoi pensieri la sentiamo anche noi, anche se non vorremmo. Perché Rocco è parte della nostra famiglia e quando i nostri familiari soffrono, soffriamo con loro. Per lui vorremmo un po' di pace, ma forse non è ancora tempo.
Chiudo l'ultima pagina con un peso sul cuore e una lacrima che scende, consapevole che dovrò aspettare ancora un anno per poter riabbracciare quel capoccione di Rocco Schiavone. Se poi Manzini volesse dare un'accelerata, mica ci offendiamo noi, vero? Antò! Scrivine 'n'artro, ma fa veloce!
Ah! Un'ultima cosa: correte in libreria a comprarlo, se non l'avete già fatto! Che già Rocco ha le sue rogne, se poi si incacchia chi lo sente?


Commenti

  1. Già comprato, e me lo porto al mare! Non vedo l'ora di leggerlo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti invidio perché potrai stare in compagnia dobbiamo Rocco 😉 Buona lettura, Nadia

      Elimina
  2. Ho letto questa recensione, ripensando a venerdì e ...che te lo dico a fare?

    RispondiElimina
  3. io sono un po' indietro, appena finito la gazzola mi tufferò su era di maggio, anche se pulvis et umbra è gia nel mio kindle. e leggendo la tua recensione piango prima ancora di averlo letto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chicca, ho ancora il magone...questo con 7/7/2007 sono i due romanzi più intensi della serie

      Elimina
  4. Sono indietro come Chicca, ma le giornate invernali sono lunghe, le dedicherò a Rocco!

    RispondiElimina

Posta un commento