Il mare dove non si tocca - Fabio Genovesi

Trama: Fabio ha sei anni, due genitori e una decina di nonni. Sì, perché è l'unico bimbo della famiglia Mancini, e i tanti fratelli del suo vero nonno – uomini impetuosi e pericolosamente eccentrici – se lo contendono per trascinarlo nelle loro mille imprese, tra caccia, pesca e altre attività assai poco fanciullesche. Così Fabio cresce senza frequentare i suoi coetanei, e il primo giorno di scuola sarà per lui un concentrato di sorprese sconvolgenti: è incredibile, ma nel mondo esistono altri bambini della sua età, che hanno tanti amici e pochissimi nonni, e si divertono tra loro con giochi misteriosi dai nomi assurdi – nascondino, rubabandiera, moscacieca. Ma la scoperta più allarmante è che sulla sua famiglia grava una terribile maledizione: tutti i maschi che arrivano a quarant’anni senza sposarsi impazziscono. I suoi tanti nonni strambi sono lì a testimoniarlo. Per fortuna accanto a lui c’è anche un padre affettuoso, che non parla mai ma con le mani sa aggiustare le cose rotte del mondo. E poi la mamma, intenzionata a proteggere Fabio dalle delusioni della vita, una nonna che comanda tutti e una ragazzina molto saggia che va in giro travestita da coccinella. Una famiglia caotica e gigantesca che pare invincibile, finché qualcosa di totalmente inatteso la travolge. Giorno dopo giorno, dalle scuole elementari fino alle medie, il protagonista cerca di crescere nel precario equilibrio tra un mondo privato pieno di avventure e smisurato come l’immaginazione, e il mondo là fuori, stretto da troppe regole e dominato dalla legge del più forte. Tra inciampi clamorosi, amori improvvisi e incontri straordinari, in un percorso di formazione rocambolesco, commovente e stralunato, Fabio capirà che le nostre stranezze sono il tesoro che ci rende unici e intanto scoprirà la propria vocazione di narratore perdutamente innamorato della vita.
 
Titolo: Il mare dove non si tocca
Autore: Fabio Genovesi
Casa editrice: Mondadori
Anno pubblicazione: 2017 (oggi 5 settembre 2017!!!!!)
Pagine: 324
 
Sono passati diversi giorni da quando ho terminato questo romanzo che ho avuto il privilegio di leggere in anteprima e alla fine di ogni giornata, che mi portava un passettino più lontana dai protagonisti di questa storia, ho aspettato che loro tornassero a trovarmi e mi portassero in dono le parole giuste, quelle più pregnanti per rendere giustizia alla bellezza di questo libro. Loro in effetti sono tornati, regalandomi molte emozioni, lacrime e risate, ma anche la consapevolezza che il talento di Genovesi non mi si può trasmettere per osmosi e che a questo punto dovrò metterci del mio.
Forse lo avrò scritto più volte, ma non guasta ripeterlo: per me Chi manda le onde, il precedente libro di questo autore, è stato una folgorazione, uno dei libri della mia vita. Quando un libro lo si è amato così tanto è impossibile immaginare che un altro possa piacerti allo stesso modo. Invece con Genovesi è come percorrere una strada insieme: cambiano gli scenari, gli anni e i protagonisti, ma il piacere del viaggio resta immutato. Si matura insieme. Ed infatti Genovesi è andato avanti ed oltre il suo ultimo romanzo. Le vicende del piccolo Fabio rappresentano un romanzo di formazione in cui l'umorismo domina incontrastato, ma non per circoscrivere il narrato all'interno di un aneddoto, ma piuttosto perchè la vita che l'autore ci restituisce è data dalla perfetta commistione tra dramma e commedia. Per questo a volte dal pianto arriva forte una risata, liberatoria e pure maleducata, perché nonostante tutto l'esistenza ci chiede sempre di essere vissuta ed amata.
Nel romanzo, che intuiamo essere autobiografico (chi sarà mai il bimbo in copertina?), facciamo la conoscenza di un imprecisato numero di zii (tutti con la A da Aldo, Aramis, Athos fino ad arrivare a Arolando), di un padre di poche parole, ma di grandi sentimenti e di una madre fenomenale. Un personaggio questo che è indimenticabile: forte, affettuoso, ironico, concreto e immenso nella sua quotidianità. Una madre in grado di proteggere il figlio da tutto e da tutti, soprattutto dalla mancanza di poesia e di fantasia della gente. Il romanzo è costellato da episodi meravigliosi che non posso raccontare, ma che portano i lettori a parlarne come fossero le vicende accadute a qualche parente, amico, fratello, figlio o amante. Questo è infatti quello che mi è accaduto con una libraia mia conoscente che lo aveva letto: siamo andate avanti dieci minuti, con una fila di alcune persone che aspettavano impazienti davanti alla cassa, ad esaltarci dicendo: "E la storia del presepe?", "E quella dell'altalena?", "No, dico, ti sei schiantata anche tu dalle risate quando con gli zii si reca da...".
Questo capita quando da un libro escono con prepotenza le storie, le parole e i personaggi e ti si materializzano davanti agli occhi. Voi penserete che esagero e che forse (un pochino) sono innamorata di questo scrittore. Ma come non amarlo? Nei suoi scritti sembra crearsi un ponte tra i racconti del passato, solo orali, da condividere con gli amici in occasioni speciali e la parola scritta e letteraria. Non è cosa da poco, perché pochi riescono a creare un registro tanto riconoscibile e personale. E' una voce unica quella di Fabio Genovesi in cui si fondono, come ho scritto sopra, un retaggio antico, del saper raccontare oralmente e la modernità della scrittura. Con questo non dovete pensare che io non abbia anche un  punto di vista più razionale: ad esempio mi sono accorta subito che in quest'opera, rispetto alla precedente, c'è un affinamento, in quanto vengono ridotti tutti gli accenni più grotteschi che potevano disturbare i lettori (chi non ricorda nel precedente romanzo la mamma di Marino conservata nel congelatore?), ma resta nei personaggi quel modo di fare folle, impertinente e politicamente scorretto che tanto mi piace.
Il mio giudizio quindi è perdutamente positivo e questo pomeriggio correrò in libreria a comprarne tre copie (nonostante Mondadori mi abbia gentilmente fornito il pdf per il quale ringrazio): una per me, una per la mia migliore amica e una per la biblioteca. Questo è uno di quei libri che intrappolati nell'ereder non ci possono stare perché ci vuole la copia cartacea da riempire di post-it colorati,  un libro da leggere ad alta voce a chi ami. Un libro, infine, che libera il lettore dal suo ruolo di spettatore per chiamarlo sul palco, regalandogli la bellissima sensazione che anche la sua, di storia, ha un grande valore e potrebbe diventare un romanzo, a saperla scrivere. Io la mia vorrei poterla raccontare così, con ironia e tanto amore per la vita che a volte può essere bastarda, ma è comunque unica e mia e allora a riderci sopra posso solo renderla più bella.
Insomma, come direbbe Fabio,  "Io per me lo leggo, voi fate come vi pare". Al limite in televisione c'è Derrik.



 


 

 

Commenti

  1. Recensione più bella del solito, sai?
    Non vedo l'ora di leggerlo.

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  2. Le vacanze ti hanno fatto bene! Le tue ultime recensioni sono veramente belle ! Si sente che questo romanzo ti è piaciuto tanto, lo leggerò presto anch'io.

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    1. Adesso farei altre due settimane Tessa! Grazie del complimento.
      Vedrai che il libro ti piacerà.

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  3. E niente, a me Derrick nun mi garba, Fabio l'ho letto... che fo? (Recensione beeeeeella <3 )

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  4. Sei riuscita a trasmettere con una manciata di parole tutto il tuo amore letterario per questo autore! Mi sa che inizierò a leggere anch'io qualcosa di Genovese...mi fido sempre di voi! Un bacio

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    1. Mi scrivi proprio delle belle parole Piera! Grazie. Poi fammi sapere se ti piacerà. ;-)

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  5. Anche oggi gran bella recensione, great job 😉

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    1. Ora come faccio con la prossima? Mi viene ansia da prestazione.
      Grazie Cecilia.

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  6. Cara Lea, ho letto la recensione saltellando perché ho tutta l'intenzione di conoscere Genovesi a partire proprio da questo romanzo. Sicuramente ripasserò in un altro momento a leggerla per intero e a dirti cosa ne penso :)

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  7. Si vede che ti è piaciuto il romanzo. La recensione è bellissima

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    1. Mi è strapiaciuto e fra un pochino me lo rileggo, versione cartacea!
      Mi mette allegria.
      Ciao

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  8. Lea! Spettacolare con questa recensione, già lo voglio leggere ma così ancora di più!

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