A tutta Murgia: Svegliare i leoni di Ayelet Gundar-Goshen

Trama: Il dottor Eitan Green è una persona onesta e un ottimo medico, impegnato a salvare vite. Una notte, guidando la sua jeep a tutta velocità nel deserto, investe un uomo, un migrante africano. L’uomo è ferito mortalmente e il dottor Green, preso dal panico, fugge. Questa decisione cambierà la sua esistenza. Il giorno dopo, una donna bella, misteriosa e dalla pelle nera bussa alla porta della casa di Eitan e gli porge il portafoglio perduto nel luogo dell’incidente. La donna lo ricatterà, ma non chiedendo soldi. Lo condurrà invece in luoghi, reali e interiori, che il dottor Green non avrebbe mai immaginato di dover esplorare. Svegliare i leoni è un romanzo che corre sul filo della suspense, coinvolgendo il lettore in una riflessione sulla fragilità dei princìpi morali, sulla vergogna e sui desideri proibiti che si celano in ognuno di noi; un testo potente, universale e intimo che guarda e fa luce nelle zone nebulose dell’anima ponendoci la domanda pressante: «E tu, che cosa avresti fatto?».
Titolo: Svegliare i leoni
Autore: Ayelet Gundar-Goshen
Editore: Giuntina
Pagine: 318
Anno edizione: 2017
Buongiorno Lettori! Oggi, per la rubrica A tutta Murgia! (qui spiego di cosa si tratta), io e Roberta del blog La libreria di Tessa vi parliamo di Svegliare i leoni dell'autrice israeliana Ayelet Gundar-Goshen.
Nel caso la volta scorsa non mi fossi spiegata bene, lo ribadisco: ho una sorta di venerazione per Michela Murgia. Mi piace tutto quello che dice, come lo dice e il pizzico di cattiveria che sa usare per dirlo. Il sorriso sornione e poi tutto, tutto e tutto. Quindi ora mi trovo in imbarazzo perché lei ha detto che questo è un romanzo stupendo e io l'ho letto, ma arrivata al 50% mi sentivo infelicissima.
La storia narrata e il suo svilupparsi mi hanno fatta sentire come intrappolata in una ragnatela o nelle sabbie mobili: su tutto si stendeva un velo di polvere che rendeva la realtà amara, grigia e senza speranza. I romanzi che narrano storie drammatiche ed intense mi piacciono e non reputo che sia sempre necessaria l'ironia per stemperarne la crudezza, ma in questo caso mi è sembrato che la vicenda mantenesse la tensione troppo a lungo fino a rendere la storia greve. L'inizio è fulminante e molto promettente: il protagonista, Eitan, è fondamentalmente una brava persona che ha compiuto una brutta azione e non ha avuto il coraggio di assumersene la responsabilità. Sono attimi fondamentali in cui la decisione sbagliata può condizionare una vita intera. Non giudico, perché nelle situazioni tragiche bisogna trovarcisi per capire veramente di che pasta siamo fatti. Ci si può solo augurare di vivere una vita intera senza doverlo scoprire, se non alla fine, momento, quello sì, che arriva per tutti. Se Eitan dopo aver investito una persona nel deserto si fosse autodenunciato non avrebbe dato l'avvio alla spirale di ricatti e bugie che gli stravolgono la vita lavorativa e familiare. Sirkit, la vedova della vittima e immigrata eritrea, chi è in definitiva? Un'eroina buona che in cambio del silenzio chiede solo che Eitan curi dei clandestini come lei? E' lei a costringere il protagonista ad aprire gli occhi sulla realtà più triste del paese in cui vive, lei a fargli vedere persone che normalmente sono "invisibili" per lo meno agli occhi di chi vive una vita agiata e privilegiata, senza nemmeno rendersene conto. La sua figura sembra giganteggiare su Eitan, fisicamente e moralmente. Ma è proprio così?
Le tematiche sono importanti, le domande che il romanzo pone al lettore sono scottanti. Viene voglia di fare come Liat, la moglie di Eitan, ossia di tenere in ordine la casa con cura maniacale perché fuori (e dentro di noi) il caos dilaga. Ma un lavello splendente non ci può difendere dall'orrore. Prima o poi siamo costretti a guardarci in faccia a rischio di rimanerne disgustati.
Cosa non mi è piaciuto del romanzo? La tensione protratta troppo a lungo si spezza, come una nota troppo alta che poi diventa stonatura. La voce si rompe, l'interesse scema, le situazioni si ripetono. Ed Eitan è francamente insopportabile con la sua sensualità, il suo ego, il suo dualismo e alla fin fine la sua povertà d'animo.
Sirkit, Liat e tutti gli altri sembrano muoversi perché c'è lui, ma lui è così poco che ci si sente abbattuti per lo sperpero di sentimenti.
Un finale magistrale fa riprendere quota al libro, dieci righe che tolgono il fiato e ravvivano la nausea. I leoni del titolo? Forse in fondo sono solo delle iene.
E Tessa come avrà trovato il libro? Vi anticipo che ci siamo scambiate idee e sbadigli. Curiosi? La sua recensione la potete trovare qui.




Commenti

  1. Sempre chiarissima, Lea! Oggi ci siamo date allo studio etologico: leoni, iene, io Eitan l'ho paragonato a una pecora, non ci manca nulla!
    Peccato, un libro interessante che si perde in troppe elucubrazioni.

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    1. Abbiamo veramente gusti molto simili. Sarebbe divertente incappare in un libro che ad una piaccia e all'altra molto meno. Prima o poi chissà...
      ;-)

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  2. Ciao Lea ho letto accuratamente il tuo pensiero e mi dispiace che la storia non ti abbia coinvolta quanto me! Io l'ho letto con trasporto, se anche il ritmo tende a rallentare nella parte centrale il finale mi ha fatto ricredere e amato il libro. Mi fa piacere leggere anche pareri diversi dal mio questo è il bello della lettura e del confronto! un bacio

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    1. Il finale è veramente bellissimo e amaro. Mi rende triste pensare che è anche molto realistico. Forse la storia non è riuscita ad avvincermi, ma di sicuro non la scorderò.
      Un caro saluto

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  3. Peccato. La recensione di Francesca, Cuore Zingaro, mi aveva parecchio incuriosito e affascinato.

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    1. A questo punto devi leggerlo! Spero di non essere stata superficiale nel giudicarlo, ma terminarlo ha richiesto uno sforzo di volontà.
      Grazie di essere passata cara Rosa.
      bacio

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  4. Io credo che l'autrice abbia colto in pieno il lato oscuro dell'animo umano e l'abbia denudato completamente.
    A me è piaciuta moltissima quella polvere che avvolge tutto opacizzandolo e quella tensione sempre alta.
    Un abbraccio.

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    1. Ciao Cuore,
      l'autrice ha colto un lato molto oscuro dell'animo umano, ma non sono riuscita ad entrare in sintonia con i personaggi. Ad ogni modo è una lettura che mi ha arricchita: ogni tanto bisogna uscire fuori dal (propri) soliti schemi.
      Bacio

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